La 14esima edizione di NOMAD si tiene per la terza volta presso la splendida Certosa di San Giacomo a Capri, dal 4 al 7 luglio. La Certosa è l’edificio storico più antico dell’isola di Capri, fu costruito nel 1371 dal conte Giacomo Arcucci, segretario della regina Giovanna I ed è immerso nel paesaggio verde smeraldo appena sopra le frastagliate scogliere rocciose. Nello stand Space 26 la prestigiosa Brun Fine Art porterà un progetto fotografico dal titolo ARTSCAPE:
“La creazione inconsapevole di una forma d’arte superiore: le opere giuste nel contesto giusto. L’arte contamina l’ambiente in cui è inserita: cerca la partecipazione di osservatori interessati a viverla, il paesaggio diventa un punto di riflessione, un sistema ecologico, un tentativo di recuperare la saggezza ambientale perduta. Anche l’ambiente contamina l’arte, perché è il luogo in cui arte e architettura riescono a integrarsi in un’altra prospettiva e visione.”
I protagonisti principali saranno due fotografi contemporanei: Anne de Carbuccia e Andrea Jemolo i cui lavori verranno accompagnati da opere antiche e moderne.
ANNE DE CARBUCCIA
Anne de Carbuccia, pur avendo una vocazione prevalentemente documentaristica, rimane coinvolta nel suo approccio con la natura e l’arte, come si vede nei suoi lavori precedenti, come Blue Thread: A Photographic Study of the Presena Glacier (luglio 2020). Un’installazione per la sopravvivenza: un filo blu cucito sul ghiacciaio per tenerlo insieme.
“È quasi bello da vedere. Come una gigantesca installazione d’arte per compiacere il nostro sguardo. Eppure sono lì solo per mostrarci che siamo già entrati nell’era dell’adattamento. Queste immagini sono la voce di tutti i ghiacciai che stanno scomparendo nel mondo”. È uno studio artistico sulla copertura installata sul ghiacciaio Presena per ridurne lo scioglimento. Per cinque mesi all’anno, il Consorzio di Ponte di Legno-Tonale copre il ghiacciaio, non per impedirne lo scioglimento ma nella speranza di rallentarne la scomparsa.
La serie è composta da 26 immagini di questa nuova realtà dei paesaggi montani, dove ora i nostri ghiacciai devono essere coperti e protetti.
Nel luglio 2020, sotto un sole cocente, Anne ha trascorso diversi giorni sul ghiacciaio Presena per le riprese del suo documentario Earth Protectors. Il ghiacciaio coperto ha avuto un forte impatto visivo su di lei: questo nuovo paesaggio le ha fatto capire che stava effettivamente vivendo fisicamente e visivamente la nuova era che molti scienziati chiamano Antropocene. Ciò l’ha ispirata a creare uno studio artistico in cui il protagonista è il filo blu usato per cucire i materiali che ricoprono il ghiacciaio.
Seguendo il filo blu attraverso le immagini, lo spettatore va oltre la fisicità documentativa del ghiacciaio coperto e vive un’esperienza visiva attraverso lo spazio e il tempo.
Il filo blu, simbolo di avversità ma anche di continuità, rappresenta sia la fine decadente di un’epoca sia la speranza e le capacità di resistenza della nostra specie.
Questo approccio risuona perfettamente con il tema di Artscape, poiché la documentazione di questo ultimo e disperato tentativo di tenere al sicuro i nostri ghiacciai appare come una sorprendente opera d’arte moderna.
ANDREA JEMOLO
Le fotografie di architettura in mostra hanno il taglio tipico di Jemolo, capace di raccontare nella sequenza dei dettagli immortalati la complessità e armoniosità dell’insieme architettonico. Di Casa Malaparte, Jemolo riesce ad offrire un’immagine non convenzionale, coniugando in una perfetta sintesi struttura architettonica e contesto naturale, che dialogano, restituendo all’osservatore l’ideale culturale–“Casa come me”- di Curzio Malaparte che volle la sua dimora a Capri in cima ad uno scoglio a picco sul mare.
Oltre alla sezione di fotografie vintage sarà in mostra un’opera di Jemolo fino ad ora mai prodotta, appartenente alla stessa serie del1984. L’opera è stampata dal prestigioso laboratorio tedesco Grieger attraverso l’uso della tecnica Diasec. L’insieme delle fotografie in mostra riflette un’attenzione estrema alla pulizia delle linee architettoniche così come alla concretezza dei materiali e al conflitto fra la luce e le superfici che la riflettono.