Nu adossé di Tamara de Lempicka, un nudo femminile dal fascino Art Déco, è tra i lotti che Sotheby’s venderà in asta a Londra il 25 giugno 2024 (vedi gli altri highlight). Stimato 6-8 milioni di sterline, il dipinto è solo l’ultimo gradino della scalata di Lempicka nell’olimpo dell’immaginario artistico.
Nell’indistricabile intreccio tra domanda e offerta, il mercato dell’arte negli ultimi anni sta evidenziando un chiaro interesse nei confronti delle artiste donne, portandole finalmente al centro dell’attenzione di pubblico e collezionisti. Nell’ultima sessione d’aste di Sotheby’s, tenutasi a New York a maggio, le artiste donne hanno rappresentato il 42% di tutti i lotti offerti e quasi il 30% del valore totale sia nelle vendite contemporanee che in quelle serali, segnando un aumento significativo rispetto a cinque anni fa. Un mese fa fu Leonora Carrington, con il dipinto surrealista Les Distractions, a prendersi la scena con un’aggiudicazione da 28,5 milioni di dollari.
Un mese dopo, a Londra, la maison punta forte su Tamara de Lempicka, pittrice simbolo del fascino e della libertà femminile, oltre che autrice dallo stile unico e riconoscibile all’istante. Il lotto in questione è Nu adossé, dipinto nel 1925. Sensuale e provocante, il nudo femminile racconta l’opulenza e lo spirito libertino degli anni ’20 e ’30. Due curiosità sull’opera: la prima volta fu esposta in Italia, alla galleria Bottega di Poesia di Milano, lanciò Lempicka sulla scena delle avanguardie internazionali; successivamente andò perduta per decenni, prima di ricomparire in asta da Sotheby’s nel 2012, quando fu venduta per 5,4 milioni di dollari. Ora la stima è di 6-8 milioni di sterline. Difficile impensierire il record di 21 milioni di dollari fissato nel 2020.
Un nuovo appuntamento con l’artista polacca, che nel 2024 è già stata protagonista di una mostra da Sotheby’s New York, The World of Tamara: A Celebration of Lempicka & Art Deco, così come di un musical di Broadway che celebra la sua vita, e di un’importante retrospettiva, la prima negli Stati Uniti, che aprirà al de Young Museum di San Francisco questo ottobre. Non sorprende, del resto, che in questo periodo di attenzione al femminile, Lempicka sia tra le artiste che riesce maggiormente a catalizzare l’attenzione e farsi capofila di un movimento.
Attraverso la sua arte e il suo stile di vita, Lempicka incarnava “The New Woman”, un termine coniato durante gli anni tra le due guerre per descrivere le donne che avevano assunto ruoli tradizionalmente dominati dagli uomini durante la guerra. Accanto a designer come Coco Chanel, che resero popolare l’androgina moda flapper, Lempicka era in prima linea in un cambiamento culturale in cui le donne cercavano di ridefinire i ruoli di genere e affermare la propria indipendenza. Idee che la pittrice trasportava nelle sue opere. Anche in Nu adossé Lempicka ha raffigurato il corpo femminile come simbolo di emancipazione e autodeterminazione, in linea con la sua visione della donna moderna. Nonostante questo, come si nota nell’angolo inferiore destro, l’artista fu costretta a firmare l’opera come Lempitzki, una mascolinizzazione del suo cognome, in modo di essere notata e superare i pregiudizi di genere.
All’interno dei suoi dipinti, ricchi della tradizione rinascimentali, ma rinvigoriti da componenti d’avanguardia cubista e futurista, così come di stilemi Art Déco, Lempicka miscelava i ritratti femminili con se stessa, con il suo modo di vivere e di pensare. Come figura cosmopolita che ha attraversato paesaggi culturali da Parigi a Beverly Hills e New York, l’artista incarnava il dinamismo di una donna libera, e proiettava all’esterno n’immagine di bellezza idealizzata e di provocatoria sicurezza attraverso fotografie e pose intime che ricordano quelle dei suoi modelli.