La fotografia è considerata l’arte in grado di congelare il tempo in un attimo infinito. Questo potere, insieme alla sua capacità di raccontare il mondo circostante, sono tematiche su cui è impossibile non riflettere varcando la soglia di Palazzo Bonaparte a Roma, che dal 25 maggio al 25 agosto ospita l’inedita rassegna fotografica A Beautiful World di Mario Testino. La capitale celebra così uno tra i più importanti fotografi contemporanei a livello internazionale.
Curato da Patrick Kinmonth, il progetto espositivo è stato concepito e ideato dall’artista per rappresentare una ‘nuova bellezza’. In un mondo sempre più globalizzato, Testino denuncia l’omologazione e reagisce al conformismo immortalando popoli appartenenti a paesi lontanissimi, caratterizzati da tradizioni, fisicità e abiti diversi. Il ‘diverso’ per il fotografo diventa la vera bellezza. In particolare, è proprio l’abito l’elemento su cui l’autore si concentra, nell’ottica di identificare un popolo e portarne alla luce le usanze e la loro cultura. La complessità e le diversità di un mondo da preservare e conservare per le generazioni future.
Testino, considerato uno tra i più celebri fotografi di moda viventi, nasce in Perù nel 1954 da origini irlandesi e italiane. Si trasferisce a Londra nel 1976, dove diventa uno dei fotografi di moda e ritrattisti più innovativi della sua generazione. Le sue fotografie sono protagoniste delle più importanti riviste di moda del mondo. In poco tempo assume un ruolo di riferimento di altissimo rilievo nell’arte della moda, riconosciuto per la sua capacità di catturare sia la bellezza che la personalità dei suoi soggetti. Tramite le sue immagini, miscela di sensualità eleganza e vivacità, spesso diventate leggendarie come le persone che ha fotografato (da Kate Moss a Madonna, da Naomi Campbell a Lady D e molte altre ancora) il fotografo ha creato un linguaggio visivo in grado di coinvolgere gli spettatori a livello emotivo.
Utilizzando l’esperienza maturata nel settore della moda, Testino ha poi incominciato il suo lungo lavoro di ricerca, durato 7 anni (dal 2017 ad oggi), che lo ha visto visitare più di 30 paesi e realizzare, tra le altre, le 70 opere in mostra a Palazzo Bonaparte. Un’esplorazione tra arte, cultura e tradizioni ed offrono un’occasione al pubblico di riflettere sulle connessioni che legano popoli lontani e diversi, un’indagine accurata tra le complessità e i contrasti dei nostri molteplici modi di appartenere: individualità, conformismo, comunità, rituali, idee del sé, simboli e sistemi di credenze. Protagonisti delle opere, come detto, sono gli abiti e i costumi tradizionali, indossati con orgoglio da diversi popoli che continuano a preservarne e tramandarne le origini, inseriti in contesti ritrattistici o di vita quotidiana.
Se la luce e il colore seducono lo spettatore, gli sguardi dei soggetti lo coinvolgono: scrutandolo e rivelandosi mai del tutto, lasciando una sorta di mistero in coloro che li osservano. Fascino che appartiene ai Paesi raccontati da Testino, tra cui Colombia, Messico, Giappone e Myanmar, esposti uno affianco all’altro in mostra, così da avvicinare popoli lontanissimi, stimolare il confronto tra loro esaltandone differenze e unicità. Come una donna sarda vestita per la festa di San Efisio posta accanto un donna dei Turkana. I volti e le mani delle donne sono consumati e caratterizzati da segni e rughe profonde dati dalla fatica e dal lavoro.
Testino invita quindi a una riflessione sul concetto di estetica che supera confini di spazio (geografico) e tempo, che coinvolge la storia e l’identità di popoli che vivono lontani dal concetto di omologazione che caratterizza la nostra società contemporanea. Ma che proprio per questo rischiano di scomparire. Il fotografo dà loro sostanza, li rende immortali congelandoli col suo obbiettivo.