Quattro sedi per una mega realtà internazionale. D’arte e di alto antiquariato. Parliamo di Brun Fine Art, una delle gallerie leader del settore, specializzata in scultura e pittura antica e moderna, opere d’arte decorative e mobili continentali. A guidarla Augusto e Marco Brun, mossi dalla per il bello e la materia, per materiali come legno, marmo e bronzo, che li porta a scovare e reperire oggetti d’ogni epoca e tipo, per poi condividerli con collezionisti e amanti dell’arte nelle gallerie di Milano (due sedi), Firenze e Londra. Abbiamo incontrato uno dei due deus ex machina della Galleria, Marco Brun, pronto per la nuova stagione che sta per cominciare.
- Estate prima di ricominciare la stagione a settembre. Luglio e agosto di riposo o di lavoro?
Il mercante d’arte non stacca mai, ci troverete sotto l’ombrellone a scovare nuovi magnifici pezzi d’arte.
- Mare o montagna?
Città d’arte.
- Ultimo quadrimestre 2024. Tiriamo le somme di questa prima parte di stagione che a detta di tutti gli operatori del settore è stata negativa. Com’è andata?
Non c’è dubbio che questa prima parte di stagione sia stata più impegnativa rispetto agli anni precedenti. Le condizioni del mercato sono state particolarmente altalenanti, ma nonostante le difficoltà e la complessità di un contesto economico non sempre favorevole, possiamo dire che i risultati sono stati complessivamente soddisfacenti.
- Qual è l’aspetto che più vi piace della vostra professione? Quale quello che vi da maggior soddisfazione?
Più che una professione, il nostro lavoro è una vera e propria passione, ed è proprio questo che ci spinge a dare il massimo ogni giorno, portandoci innumerevoli soddisfazioni. Uno degli aspetti che apprezziamo maggiormente è la natura dinamica e in continua evoluzione del nostro lavoro. Non è mai statico o ripetitivo, ma piuttosto caratterizzato da una costante varietà e sfide sempre nuove. Ogni giornata porta con sé l’emozione di scoprire nuove opere d’arte e la possibilità di instaurare nuove connessioni all’interno di questo affascinante mondo.
- Settembre 2024, si riparte. Quali sono i primi appuntamenti in programma per Brun?
Con l’inizio di settembre 2024, siamo pronti a ripartire con un calendario ricco di appuntamenti significativi per BRUN. Il primo evento che ci vedrà impegnati è la Biennale di Firenze e, per celebrare questo importante appuntamento, stiamo organizzando un evento esclusivo presso la nostra sede di Firenze, dedicato ai collezionisti che visiteranno la mostra. A seguire, ci prepareremo a vivere un autunno ricco di eventi, tra mostre dedicate e fiere di settore, come FAB Paris che si terrà a novembre.
- Qual è l’opera più importante che porterete a BIAF di Firenze?
Una tra le operi più importanti che porteremo in mostra è una coppia di sculture firmata Giovanni Maria Benzoni. Le due sculture raffigurano Amore che impone silenzio e Psiche che nasconde una farfalla e sono tra le invenzioni più emblematiche e al contempo rare dell’intero catalogo del Benzoni. Rappresentano una testimonianza fondamentale degli inizi della sua attività, degli sviluppi della sua produzione nell’ambito della scultura ideale e, di conseguenza, del suo rapporto con la prima stagione del classicismo romano.
- Fare l’antiquario nel 2024. Cosa si può fare per ravvivare il sistema-mercato? Cosa fate voi di Brun?
È necessario ravvivare e innovare questo settore e per farlo è fondamentale creare connessioni tra mondi diversi, coinvolgendo professionisti del settore per dare vita a progetti nuovi e originali. Non ci limitiamo a operare all’interno delle tradizionali sfere artistiche, ma cerchiamo attivamente di integrare competenze e visioni diverse attraverso collaborazioni con curatori, interior designers, architetti, magazines e yacht designers. Crediamo fortemente nella contaminazione di diversi stili e diversi mondi come leva per stimolare la creatività e offrire esperienze nuove e memorabili ai nostri clienti affezionati, ma soprattutto ai nuovi, proponendo loro modalità sempre innovative di recepire l’arte e poter così raggiungere anche persone che si approcciano per la prima volta a questo mondo; infatti, nell’ultimo anno abbiamo creato eventi in galleria molto particolari che esulano anche dal concetto di antiquariato in sé.
- Qual è l’ultimo pezzo che avete trovato?
Abbiamo recentemente scoperto, in una collezione privata estera, una bellissima veduta di Venezia di Francesco Guardi che siamo riusciti a raggiungere tramite nostri stretti contatti.
- Ultima domanda. Avete constatato cambiamenti significativi nel settore antiquario in questi vostri 30 anni di professione?
Sì, abbiamo osservato cambiamenti significativi. Questi cambiamenti si sono manifestati in diversi ambiti, sia nel modo di commerciare l’arte sia nel modo in cui essa viene percepita e valorizzata. Innanzitutto, il mercato dell’arte è diventato molto più sofisticato ed esigente. I collezionisti di oggi non si accontentano più di acquistare semplicemente un’opera; sono molto più informati e cercano di approfondire la storia e il contesto culturale di ciò che acquistano. Questo ha portato a un maggiore coinvolgimento degli storici dell’arte e degli esperti del settore, che giocano un ruolo sempre più centrale nel processo di acquisizione e valorizzazione delle opere. Inoltre, abbiamo assistito a un’evoluzione nella concezione stessa del collezionismo. I collezionisti moderni tendono a vedere l’arte non come un insieme di oggetti isolati, ma come parte di un dialogo più ampio tra diverse forme d’arte. C’è una crescente consapevolezza delle connessioni profonde che esistono tra arte, design, storia e cultura. Questi cambiamenti hanno trasformato il nostro lavoro, rendendolo ancora più stimolante e multidisciplinare. Oggi, operare nel settore antiquario significa non solo avere una profonda conoscenza delle opere, ma anche saper creare narrazioni che uniscono passato e presente, e che riescono a raggiungere un pubblico sempre più ampio e variegato.