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La grande arte che si dà le arie. A Perugia

Donato Piccolo, Invisible II, 2010, 45 x 45 x 225 cm, Ph. Simon d´Exéa Trombadori Donato Piccolo, Invisible II, 2010, 45 x 45 x 225 cm, Ph. Simon d´Exéa Trombadori
Donato Piccolo, Invisible II, 2010, 45 x 45 x 225 cm, Ph. Simon d´Exéa Trombadori
Donato Piccolo, Invisible II, 2010, 45 x 45 x 225 cm, Ph. Simon d´Exéa Trombadori

Da Piero Manzoni a Gino De Dominicis, da Arcangelo Sassolino a Leandro Erlich, al Museo di Palazzo della Penna gli artisti che mettono l’aria al centro della propria ricerca

Già più di duemila anni fa Anassimene di Mileto riconosceva l’aria come origine di tutte le cose, principio di vita, energia per tutti gli esseri. L’arché teorizzato da Anassimandro”. È il testo in catalogo del curatore Massimo Mattioli a porre le basi concettuali per la mostra Isola Prossima. Aere, che si inaugura mercoledì 25 settembre nella sede del Museo Civico di Palazzo della Penna di Perugia. A promuoverla è l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Umbria, che rinnova così la scelta di condividere con l’arte contemporanea la missione di cura del Pianeta.

Un progetto – realizzato in collaborazione con l’Associazione Art Monsters, con il sostegno della Fondazione Perugia – che giunge alla quarta edizione: se nelle ultime edizioni le mostre si erano incentrate su due elementi centrali in questo come l’acqua e la terra, per il 2024 si è scelto di focalizzare l’approccio scelto dagli artisti ad un altro elemento naturale come l’aria.

L’esposizione presenta l’opera di 27 artisti di diversa generazione e di rilievo internazionale, attivi dalla metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri. Ed assume grande pregnanza la sede scelta per la mostra: il museo umbro conserva infatti un importante nucleo di opere di Gerardo Dottori, il celebre protagonista dell’Aeropittura. L’integrazione di questo nel percorso espositivo otterrà un doppio risultato: arricchire sensibilmente i contenuti della mostra, e valorizzare la raccolta permanente del museo.

 

Leandro Erlich, The Cloud – Cuore, 2021, 175 x 91 x 50 cm - ed. 23, Courtesy Galleria Continua
Leandro Erlich, The Cloud – Cuore, 2021, 175 x 91 x 50 cm – ed. 23, Courtesy Galleria Continua

Fuggevole elemento

Fin dal Rinascimento l’elemento Aria è stato nodale nell’immaginario artistico, per la versatilità delle declinazioni che hanno incontrato le scelte dei più grandi artisti. Dai celebri studi sul vento di Leonardo da Vinci al Correggio di ”Giove e Io”, con la nebbia invocata dal Dio per sedurre la sacerdotessa, agli straordinari paesaggi marini burrascosi di William Turner.

La progressiva adesione alla raffigurazione dell’aria come fenomeno atmosferico avviene nel Rinascimento. Aurore, tramonti, fulmini, uragani, tempeste e nuvole di forme svariate popolano molte delle opere più note di questo periodo”, scrive in catalogo Sara Taglialagamba, storica dell’arte e studiosa di riferimento a livello internazionale di Leonardo da Vinci. “Principe della raffigurazione dell’aria fu Leonardo. Egli arrivò a studiare questo fuggevole elemento da un punto di vista strettamente scientifico come un medium dell’atmosfera. Formulando una spiegazione per il colore azzurro dell’orizzonte visto in lontananza resa in pittura attraverso lo sfumato. E andando perfino ad elaborare una prima teoria del suono che si propaga come onde concentriche in maniera sorprendentemente esatta”.

Nel ‘900 l’aria diviene centrale nell’opera ”Air de Paris” di Marcel Duchamp, una fiala che conteneva aria di Parigi, uno dei ready mades più famosi del protagonista del Surrealismo. Un approccio provocatorio in seguito ripreso da altri grandi artisti come Piero Manzoni con il suo “Fiato d’artista”, o da Gino De Dominicis con “Tentativo di Volo”, entrambe opere esposte nella mostra perugina. L’attualissima tematica, protagonista del dibattito sociale nei suoi coinvolgimenti in questioni urgenti quali l’inquinamento e il surriscaldamento globale, viene sviscerata dagli artisti nelle sua più ampie declinazioni.

Ecco quindi che ad aprire la mostra è una gouache del celebre paesaggista napoletano Giacinto Gigante, del 1850 circa, raffigurante uno studio per una nuvola. Stesso soggetto per uno dei maestri che garantisce il prestigio internazionale all’esposizione, l’argentino Leandro Erlich, presente nell’esposizione con la grande installazione “The Cloud – Cuore”. Una grande vetrina che racchiude una serie di vetri sui quali è rappresentata la nuvola, che visti in prospettiva rendono l’illusione della tridimensionalità del fenomeno.

 

Opere a matita su tela di Elvio Chiricozzi
Opere a matita su tela di Elvio Chiricozzi

Aspetti etici

Per l’olandese Berndnaut Smilde la nuvola diventa un oggetto quotidiano che accompagna il vissuto dell’uomo, tanto che la decontestualizza e nei suoi lavori fotografici la inserisce in contesti interni. Se Giuliano Giuggioli rilegge le sue nuvolette in chiave ironica, rendendole protagoniste di una quotidianità surreale e letteraria, Elvio Chiricozzi le monumentalizza nei suoi grandi disegni a matita su tela, caricandole di una drammaticità legata al presagio di un minaccioso evento atmosferico annunciato dal fulmine che affianca le due composizioni. A sottolineare l’attenzione degli artisti verso gli aspetti etici legati all’aria ci saranno poi alcune tele di grandi dimensioni di Luca Vitone, lasciate al capriccio degli agenti atmosferici, l’aria, la pioggia, la polvere e altri elementi organici, che “dipingono” questi affascinanti quadri.

Sono diversi gli artisti che interpretano l’aria non tanto nei suoi caratteri fisici, ma come “medium” atmosferico che si presenta come un elemento delle azioni rappresentate. Come Virginia Zanetti, con la serie fotografica “I pilastri della terra”, dove l’aria diventa il mezzo per un ribaltamento semantico con dei performer che si ritrovano a sorreggere il globo terrestre. E ancora Giovanni Gaggia, che nell’aria libra brandelli di bandiere lasciando che sia proprio l’elemento atmosferico a ricomporre un immaginario nuovo vessillo. Così come Aldo Grazzi affida al respiro dell’ambiente le dinamiche percettive dei suoi raffinatissimi ed eleganti teleri fittamente cesellati. Studi sul volo, in questo caso di Leonardo da Vinci, ispirano anche i piccoli studi della giovanissima Olga Lepri, presente in mostra anche con un grande dipinto che pare guardare all’Aeropittura di Gerardo Dottori, sulla quale innesta strutturate dinamiche corporee-relazionali.

 

Paolo Manazza, Slipping in the sky, 2018, olio, smalto e acrilico su carta riportata su tela, 400 x 106 cm, Ph. Sara Pavan
Paolo Manazza, Slipping in the sky, 2018, olio, smalto e acrilico su carta riportata su tela, 400 x 106 cm, Ph. Sara Pavan

Mutevoli variazioni formali

Ma la pittura è l’ambito nel quale le atmosfere trovano le più articolate declinazioni. Con Bruno Ceccobelli la temperie costruisce l’impalpabile contesto nel quale agisce una macchina scenica che gestisce potenti tensioni spirituali. Paolo Manazza punta il suo obbiettivo pittorico sul cielo, generatore di mutevoli variazioni formali e cromatiche, mentre Arturo Casanova sintetizza le medesime suggestioni in composizioni minimaliste che eleggono le varianti climatiche a territorio dove l’astrazione incrocia la spiritualità. Pablo Candiloro propone la sua interpretazione pittorica del sole e delle diverse costellazioni. Mentre con Massimiliano Poggioni l’aria diventa elemento costruttivo di contrasto in una composizione marcatamente architettonica.

In alcuni degli artisti presenti nella mostra l’aria trova una funzione nel contesto di progetti spiccatamente tecnologici, o comunque meccanici. Come in Mariateresa Sartori, che presenta una serie di disegni “realizzati” da una penna animata da un anemometro. Più programmatico Donato Piccolo, che in ipertecnologiche teche riesce a ricreare in vitro uragani, tempeste e trombe d’aria. Mentre Arcangelo Sassolino coinvolge l’aria contenuta in uno pneumatico nella sua eterna sfida ai limiti degli elementi. Che innesca potenti e inquietanti sensazioni di attesa e di paura.

 

Virginia Zanetti, I Pilastri della Terra
Virginia Zanetti, I Pilastri della Terra

Aspetti lirici

Non mancano artisti più sensibili agli aspetti lirici degli elementi atmosferici: come Edoardo Cialfi, i cui sensuali paesaggi sono sempre segnati dal mistero dell’imprevedibilità dell’elemento etereo. O l’olandese Casper Faassen, che affida al dialogo fra fotografia e pittura, in stratificazioni sovrapposte, la resa plastica delle sensazioni atmosferiche. La componente ironica torna prepotentemente nell’opera di Mario Consiglio, che declina il suo soffice lettering in messaggi dai forti contenuti socio-politici. Così come in Corrado Bonomi, i cui calviniani “Castelli in aria” troneggiano dall’alto sorridendo beati del troppo prendersi sul serio del mondo dell’arte.

 

Aldo Grazzi, Ruota e rifletti
Aldo Grazzi, Ruota e rifletti

ISOLA PROSSIMA. AERE
A cura di Massimo Mattioli
Inaugurazione: mercoledì 25 settembre 2024, ore 18
Dal 25 settembre al 1 dicembre 2024
Museo di Palazzo della Penna
Via Prospero Podiani, 11, Perugia
Info: 075 3745273
https://www.isolaprossima.it/mostra/

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