Palazzo Reale di Milano dedica al grande Ugo Mulas una delle più ampie e dettagliate retrospettive, con oltre 300 immagini di cui molte mai esposte prima d’ora
“L’approccio fotografico di Mulas non può essere ricondotto a un genere: non è un documentarista e neppure un ritrattista. La sua è una fotografia critica, che studia e cerca di spiegare – come un buon critico fa – a chi osserva ciò che sta vedendo. Per questo motivo la sua ricerca non è categorizzabile e la sua figura di fotografo non è circoscrivibile in un ruolo preciso. Ugo Mulas è un fotografo totale”. Così Denis Curti, Direttore de Le Stanze della Fotografia a Venezia, che la cura assieme al Direttore dell’Archivio Ugo Mulas Alberto Salvadori, introduce la mostra che Palazzo Reale di Milano dedica al grande fotografo. Una delle più ampie e dettagliate retrospettive dedicate all’artista nato nel 1928 e morto nel 1973.
“Quello di Ugo Mulas è un lavoro introspettivo dove la ricerca primaria è il senso del reale in opposizione al senso dell’eccezionale”, aggiunge Salvadori. “Non si registra mai il desiderio del possesso del soggetto da trasformare in oggetto simbolicamente posseduto. Non esiste in Ugo Mulas nessuna forma di vanità. Ciò che veramente importa non è tanto l’attimo privilegiato, quanto individuare una propria realtà; dopo di che, tutti gli attimi più o meno si equivalgono”.
Fotografo “totale”
Visibile dal 10 ottobre al 2 febbraio 2025, Ugo Mulas. L’operazione fotografica – questo il titolo – presenta oltre 300 immagini, di cui molte mai esposte prima d’ora, preziosi scatti vintage, documenti, libri e filmati. Che ripercorrono l’intera produzione di Mulas: dal teatro alla moda, dai ritratti di artisti internazionali, protagonisti della Pop Art americana, a quelli di intellettuali, architetti e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Tra i quali Dino Buzzati, Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Arthur Miller, Eugenio Montale, Louise Nevelson, Salvatore Quasimodo, Giorgio Strehler, Andy Warhol.
Il sottotitolo della mostra, “L’operazione fotografica”, trae ispirazione da una delle più importanti serie realizzate da Mulas, le Verifiche (1968-1972), con cui si apre la retrospettiva: quattordici opere nate dalla rigorosa riflessione concettuale dell’autore sulla storia della fotografia e sui suoi elementi costitutivi. Il percorso espositivo è articolato in 14 capitoli tematici, dalle Verifiche a Duchamp, Fontana, Calder, Melotti, Teatro, Milano, Luoghi, Ritratti, Moda, Nudo e Gioielli, New York/Pop, Interno/Esterno, Vitalità del negativo. Dai quali emerge il profilo di un fotografo “totale”, che ha affrontato molti soggetti diversi nel corso della sua breve e intensa esperienza. Con la consapevolezza che la fotografia non è mera documentazione, ma testimonianza e interpretazione critica della realtà.