Qualità italiana e spirito british per un mecenatismo che associa alla moda il nome di giovani e promettenti promesse artistiche. Henry Cotton’s, brand dalle radici anglosassoni con oltre 30 anni di storia, in questi ultimi anni ha rafforzato sempre più il suo coinvolgimento nel mondo dell’arte, senza puntare sulle grandi firme, ma andando alla scoperta dei nuovi talenti, intercettati presso uno spazio che si distingue per originalità e avanguardia: La Galleria Federica Ghizzoni di Milano.
«La collaborazione pluriennale con la Galleria Federica Ghizzoni inizia nel 2010, quando Henry Cotton’s, dopo aver inaugurato il suo primo monomarca in Corso Venezia 7 a Milano, decide di partecipare all’iniziativa annuale dello shopping internazionale della Vogue Fashion’s Night Out -spiega Simona Spaiardi, responsabile comunicazione di Industries Spa, affermata azienda del segmento sportswear di alto livello che gestisce e commercializza il marchio (insieme a quelli di Marina Yaching, Moncler e Coast+Weber+Ahaus) – Henry Cotton’s ha scelto la Galleria Ghizzoni poiché è punto di riferimento di giovani creativi e luogo speciale per dare visibilità alle loro opere». Così il brand individua come primo porta bandiera dei suoi valori l’artista Vanni Cuoghi, il quale dedica al marchio la tela “Caccia al volpone”, in cui la scena tipica della tradizionale caccia alla volpe inglese viene rovesciata, con eleganti volpi a cavallo che inseguono un fuggente Lord.
Poi, l’anno dopo, è la volta di Francesco De Molfetta, anche lui prelevato dalla scuderia Ghizzoni, autore dell’opera “Cambiar bandiera” riprodotta in limited edition sulla borsa scelta dal brand come oggetto simbolo della nuova edizione della VFNO. «Le opere di De Molfetta vivono di metafore e spostano il significato comune degli oggetti lasciando che sia il pubblico a rimetterlo a posto». La grafica della tela dell’artista riproduce da un lato la Union Jack inglese, i cui colori si attorcigliano nel manico e si fondono con quelli del tricolore italiano, tracciati sulla tela da tre imbianchini, i quali non sono altro che i tre pescatori (logo del brand) trasformati per l’occasione.
Del resto, «ironia, paradosso e la capacità di rivisitare l’iconografia tradizionale con un sense of humour tipicamente britannico sono i valori che permeano il DNA del brand e allo stesso tempo convivono nel linguaggio dei creativi italiani selezionati – afferma Simona Spaiardi- Henry Cotton’s è da sempre fautore di valori semplici, naturali e vicini alle aspirazioni della gente perseguendo questa forma di espressione elevata quale l’arte».
E per il 2013 l’azienda sta lavorando a nuovi progetti, sempre nel segno dell’arte innovativa e di accessori e abiti “d’autore”. «Henry Cotton’s mira a portare avanti il suo impegno nel mondo artistico e a nobilitare sempre di più i suoi valori – continua Spaiardi- il brand condivide l’idea di democratizzare l’arte e renderla appetibile al pubblico attraverso la ricerca di giovani talenti e delle loro opere da far conoscere a livello internazionale. Il rapporto di scambio tra il mondo dell’arte e della moda sarà campo di esperienza di nuove collaborazioni future in progetti sempre più creativi».