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Un nuovo mega centro per l’arte contemporanea apre a Roma. 6000 metri quadri per la Fondazione D’ARC

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Nata dalla riqualificazione di un’area ex industriale di 6000 metri quadri, promuoverà mostre, residenze internazionali, attività didattiche e di ricerca. Oggi, 26 ottobre 2024, apre a Roma la Fondazione D’ARC, un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea, nato per volontà di Giovanni e Clara Floridi nel percorso di continua evoluzione della loro collezione d’arte. Situata nel cuore della zona Tiburtina, in via dei Cluniacensi 128, la Fondazione è destinata non solo a ospitare e presentare al pubblico la collezione Floridi, ma anche ad attivare una serie di attività espositive, di residenza, ricerca e didattica all’interno di un inedito contesto ex industriale che è stato oggetto di un importante intervento di riqualificazione.

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Se il cuore della Fondazione è la collezione – avviata agli inizi degli anni 90, partendo dall’arte del secondo dopoguerra per arrivare al contemporaneo italiano e internazionale – lo sviluppo delle sue attività, affidato alla curatrice Giuliana Benassi, sarà improntato a offrire continue occasioni di apertura, dialogo e confronto a livello locale, nazionale e internazionale, a partire dalle peculiarità del contesto in cui è inserita. L’area è infatti stata scelta anche per la sua inedita stratificazione tra archeologia antica e industriale, data dalla convivenza di un sito archeologico, di stabili industriali, ormai in parte convertiti in studios cinematografici o co-working, e di diversi contesti artigianali. La sede occupa un’area di 6.000 mq che un tempo ospitava una fabbrica di manufatti in cemento, collocata ai piedi di una parete di tufo il cui terrapieno nasconde una vasta domus romana, abitata tra il I e III secolo d.C., di cui attualmente è visitabile una struttura circolare, risalente al II secolo, identificata come il mausoleo di Aquilio Regolo.

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La scelta architettonica è stata quella di mantenere intatte le caratteristiche originarie per dare vita a un centro polifunzionale votato all’esposizione, alla ricerca e alla didattica: dall’area espositiva, pensata per affiancare mostre temporanee alla collezione permanente, il percorso prosegue all’esterno con un focus sulla scultura, tra il giardino e il piazzale, mentre la casa che ospitava gli uffici della fabbrica è stata ristrutturata pensando all’ospitalità degli artisti, e il capannone che era adibito a mensa e officina è stato riconvertito in una falegnameria e un bistrot. Lo spazio è stato progettato dallo studio 3C+t Capolei Cavalli architetti associati secondo criteri di sostenibilità ambientale: l’intera struttura è alimentata da un articolato impianto fotovoltaico che permette l’autoproduzione del proprio fabbisogno energetico.

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La mostra di apertura della Fondazione è interamente dedicata alla collezione, con un allestimento che segue accostamenti legati ai linguaggi, ai periodi storici e ai generi con un criterio tanto libero, quanto guidato dal gusto e dalle ossessioni che identificano la collezione. Tra le opere in collezione, sono presenti quelle di artisti del calibro di Giulio Turcato, Jannis Kounellis, Alighiero Boetti, Anselm Kiefer, Christo, Joseph Kosuth, Peter Halley, Nanda Vigo, Bice Lazzari. Tra gli artisti più coevi Paolo Canevari, Vanessa Beecroft, Loris Cecchini, Emma Talbot, Bosco Sodi, Chiara Camoni, Eva Jospin, Giorgio Andreotta Calò. Tra i giovani Giulia Cenci, Mateusz Choróbsk, Fabrizio Prevedello, Bea Bonafini e Guillermo García Cruz, per citarne alcuni.

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L’incontro tra le opere più storiche e quelle di artisti più recenti è generato da un accostamento per “innesti” che rompe la maglia cronologica e linguistica per attivare connessioni spesso inaspettate tra i lavori. Il percorso intreccia così varie linee di lettura e interpretazione che, attraversando la storia dell’arte, approdano verso l’identità peculiare della collezione, mettendo in evidenza le tendenze personali dei collezionisti e quelle relazioni segrete che si instaurano tra le opere di tempi diversi.

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Più che esporsi, le opere abitano lo spazio, lo invadono come liberate dagli imballaggi del deposito: tra pitture, sculture e installazioni il visitatore può immergersi in un confronto sinottico o scorgere punti di vista trasversali, dati dall’impianto architettonico pensato con vari ingressi, piuttosto che con un itinerario a senso unico. A partire dal 2025 la Fondazione svilupperà un programma di residenze per artisti stranieri, con lo scopo di supportare e stimolare la crescita delle ricerche artistiche in dialogo con il territorio. Le mostre temporanee saranno dedicate sia agli artisti internazionali residenti che ad artisti italiani, con attivazioni sempre nuove della collezione.
Lo spazio esterno sarà vissuto come piazza per eventi all’aperto, accogliendo una programmazione di arti performative, editoria, poesia, teatro e cinema, pensata per il periodo estivo. I progetti di carattere didattico ed educativo accoglieranno la progettualità di scuole e accademie per contribuire alla divulgazione dell’arte contemporanea come ambito formativo, di studio e di ricerca.

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Fondazione D’ARC
Inaugurazione al pubblico 26 ottobre 2024, dalle ore 17.00 alle ore 21.00
Orari di apertura:
Mercoledì e venerdì, dalle ore 15.00 alle 19.00 (orario invernale)
e su appuntamento.
Ingresso gratuito

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