Monete e medaglie di ogni epoca sono al centro della nuova vendita combinata che Cambi Casa d’Aste e Crippa Numismatica presentano da mercoledì 6 a venerdì 8 novembre 2024 a Milano.
1400 lotti per un totale di circa 6.000 monete sono i numeri di un’asta che promette di portare collezionisti e appassionati in un viaggio tra luoghi ed epoche disparati. Del resto, lo sappiamo: il conio è una delle prime forme di narrazione, o almeno di storytelling, con regnanti e governi che li utilizzavano per diffondere simboli e messaggi di varia natura.
Cambi e Crippa Numismatica, hanno distribuito la vendita in cinque tornate: il 6 novembre sono protagoniste le monete Greche e della Repubblica Romana, seguite da monete dell’Impero Romano e Bizantino; il 7 novembre le monete e medaglie delle città lombarde, con protagonista la zecca di Milano con molti esemplari in oro e argento, e altre coniazioni italiane, tra cui un’esauriente raccolta di Casa Savoia; infine, l’8 novembre è il turno delle zecche pontificie, delle imitazioni del ducato veneziano e di una collezione di monete americane ed estere prevalentemente in oro.
Tra gli elementi in asta di maggiore rilievo spicca un nomos del 340 a.C. proveniente dal Bruttium – Crotone, raffigurante al diritto una testa laureata di Apollo, mentre al rovescio troviamo Eracle neonato che, seduto, stritola due serpenti. Dall’ottimo stato conservativo, con una brillante patina da collezione e una perfetta centratura, ha una stima di 3.8-4.2 mila euro. Sale la valutazione (5-6 mila euro) per un aureo gens Vibia, coniato da C. Vibius Varus nel 42 a.C., che sul diritto presenta una testa laureata di Apollo, mentre sul rovescio Venere, in piedi, che si ammira in uno specchio che tiene in mano, con una colonna sullo sfondo.
Tra i top lot dell’asta, emerge chiaramente un doppio ducato emesso a Milano durante il regno di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, tra il 1494 e il 1500. La moneta mostra al diritto il busto di Ludovico, corazzato e a testa nuda, mentre sul rovescio è raffigurato il duca a cavallo, in armatura e con la spada sguainata, in atteggiamento trionfale. Sopra la sua testa, un elmo coronato adornato da un drago crestato. La stima? 15-18 mila euro.
Infine, ecco una rara imitazione del ducato veneziano, proveniente da Chios, colonia genovese nel Mar Egeo, coniato sotto l’amministrazione della Maona durante il governo del doge Giano di Campofregoso tra il 1447 e il 1448. Un lotto dal fascino stratificato, valutato 2.5-3 mila euro. Sul diritto, il Santo consegna il vessillo al Doge genuflesso, mentre sul rovescio è rappresentato il Redentore in un’ellisse benedicente, esattamente come le monete auree della Serenissima, ma con ben visibile nella legenda del diritto il nome del doge genovese IANVS.