Ci muoviamo direzione Vercelli dove dal 16 al 14 novembre Meeting art esita un catalogo dedicato ai dipinti antichi e arredi. 611 lotti distribuiti in sei sezioni che rappresentano un’occasione da non perdere per gli appassionati del genere.
A prendersi la copertina il Martirio di San Clemente di Pere Nicolau, pittore documentato a Valencia a cavallo tra Trecento e Quattrocento. L’opera, la cui base d’asta è disponibile solo su richiesta, raffigura il santo mentre viene immerso nell’acqua a testa in giù. Una tempera su tavola a fondo oro che riecheggia il gotico internazionale che dalla città spagnola si era irradiato in tutta Europa. Notevole anche il timbro narrativo del lavoro, che si porta in medias res ad assistere alla tragica morte del santo.
Particolare il pannello in ardesia decorato a micromosaico, realizzato da Luigi Moglia nel 1860 circa. L’opera rappresenta una veduta romana con figure e un tempio antico circolare. Tanto precisa la tessitura delle tessere, che pare di osservare un dipinto. Base d’asta 50 mila euro. Sul fronte degli arredi spicca un raro secretaire Luigi XVI, intarsiato in legni pregiati e legni tinti, realizzato dall’ebanista Giuseppe Maggiolini su probabile disegno di Carlo Cantaluppi. Gli intarsi che lo impreziosiscono riprendono soggetti classici, tra cui figure, allegorie, palmette e girali. Base d’asta 60 mila euro.
Altrettanto pregiato il calamaio in rame dorato, argento e corallo, realizzato nel XVII secolo a Trapani (base d’asta 20 mila euro). L’opera è composta da due flaconi, calamaio e spargicenere, di analoga struttura esagonale, che poggiano su piedi a doppia voluta. Le sei facce sono divise da costole in lamina d’argento sbalzato con motivo a voluta e decorate all’interno con elementi in corallo fitomorfi, applicati con fili e pernetti secondo la tipica tecnica tardo-barocca degli artigiani trapanesi. La forma bombata rispecchia quella dei mobili dell’epoca ed è evidentemente dettata dal gusto del tempo, così come l’uso del corallo.
Tornando in ambito pittorico, da segnalare Il ragazzo con la tinozza di Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto per l’attenzione che dedicò alla raffigurazione di poveri ed emarginati (pitocchi), ampliando così il ventaglio di soggetti che la storia dell’arte iniziò a rappresentare. E, ancor di più, esplorando in modo più ampio e approfondito l’animo umano. Ne è un perfetto esempio il dipinto in asta da Meeting art, realizzato in una fase matura della carriera dell’artista. L’opera si distingue per lo sfondo scuro che mette in risalto il soggetto, che sorride mostrando i denti e mantenendo uno sguardo rivolto leggermente in basso. L’espressione rivela una profonda introspezione, riflettendo la capacità di Ceruti di ritrarre la psicologia dei suoi soggetti in modo autentico.