Il 13 gennaio scorso, un’azione simbolica ha sconvolto il cuore storico e spirituale di Londra: la tomba di Charles Darwin, custodita nella veneranda Abbazia di Westminster, è stata imbrattata da due attiviste del gruppo ambientalista Just Stop Oil. Il gesto, carico di provocazione, ha sollevato interrogativi sul rapporto tra il patrimonio culturale e le urgenze globali del nostro tempo.
Alyson Lee, 66 anni, e Di Bligh, 77 anni, rispettivamente ex assistente didattica in pensione e amministratrice pubblica, hanno spruzzato sulla lastra commemorativa di Darwin la scritta 1,5 is died, un grido d’allarme contro il riscaldamento globale che minaccia di superare la soglia critica di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Questo riferimento drammatico alla crisi climatica, corroborato dai dati del Copernicus Climate Change Service, ha trasformato un luogo di memoria e celebrazione della scienza in un teatro di protesta.
Bligh ha giustificato l’azione con una dichiarazione tanto lapidaria quanto evocativa: “Lo abbiamo fatto perché non c’è speranza per il mondo. Darwin si sarebbe rivoltato nella tomba vedendo la sesta estinzione di massa in corso”. La scelta del naturalista, padre delle teorie sull’evoluzione e icona del pensiero razionale, come destinatario simbolico di questa denuncia, appare non casuale, ma carica di una potente ironia tragica.
Un comunicato dell’Abbazia ha rassicurato il pubblico che l’intervento dei conservatori ha evitato danni permanenti al monumento, rimasto aperto al culto e alle visite. La polizia, prontamente intervenuta, ha preso in custodia le due attiviste, ora rilasciate su cauzione in attesa di comparire davanti al Westminster Magistrates’ Court l’11 febbraio.
Questo episodio si inserisce in una serie di azioni simboliche orchestrate da Just Stop Oil che, negli ultimi anni, ha cercato di catalizzare l’attenzione globale sulla crisi climatica attraverso atti eclatanti e controversi. Tra i precedenti più noti, spiccano l’imbrattamento dei Girasoli di Vincent Van Gogh nel 2022, che ha portato alla condanna di Phoebe Plummer e Anna Holland, e il tentativo di incollarsi a un dipinto di J.M.W. Turner, episodio conclusosi invece con un’assoluzione.