
Arte fascino e maestria si incontrano alle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino con la mostra-evento “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione”, in corso fino al 27 luglio 2025.
Un vero e proprio viaggio nel tempo e nell’estetica che attraversa secoli di arte per raccontare come la bellezza – femminile, mitologica, naturale – sia stata interpretata dai più grandi maestri della storia, dal Rinascimento fino all’Art Nouveau.
Oltre 100 capolavori tra dipinti, disegni, sculture e preziosi oggetti d’arte, provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da importanti collezioni internazionali, si incontrano in un percorso scenografico che unisce epoche e stili diversi sotto il segno della meraviglia.
Il percorso espositivo, curato da Annamaria Bava, si apre con la figura di Venere, icona di bellezza, amore e forza generatrice. E così la celebre Venere di Botticelli, oggi parte della collezione Gualino della Galleria Sabauda, viene messa in dialogo con la Venere di Lorenzo di Credi, prestito delle Gallerie degli Uffizi. Un confronto tra capolavori che incarna la fortuna iconografica della dea, dalla nascita mitica fino agli sguardi riflessi nello specchio. Inedita e affascinante la presentazione delle indagini diagnostiche sul dipinto di Botticelli, che rivelano i segreti del suo processo creativo.

Il viaggio continua poi con Elena, simbolo eterno di seduzione e causa mitologica della guerra di Troia. A raccontare la sua storia, le tavole di Lambert Sustris e due monumentali arazzi seicenteschi della Manifattura di Bruxelles; opere in cui mito, scultura e ceramica dialogano — come nel gruppo marmoreo del Ratto di Elena di Francesco Bertos o nel raffinato Giudizio di Paride di Sèvres.
La bellezza poi prende forma nelle tre Grazie (Gioia, Splendore e Prosperità) in una sezione che – attraverso i disegni di Antonio Canova – ne offre una lettura classica e al tempo stesso intima; conservati presso la Biblioteca Reale, questi studi e nudi preparatori raccontano l’origine di un celebre gruppo marmoreo.
E poi, un taccuino, 180 fogli, e uno sguardo che abbraccia Roma e il suo passato. Così Girolamo da Carpi, artista ferrarese del Cinquecento, documenta monumenti e opere antiche durante il suo soggiorno romano. Un album unico, oggi disperso tra Torino, Philadelphia e Londra, che riflette l’ammirazione per l’antico e l’influenza di maestri come Raffaello e Michelangelo.
Gli album naturalistici della Biblioteca Reale, invece, commissionati dal duca Carlo Emanuele I, raccontano la meraviglia della biodiversità seicentesca: miniature, acquerelli e materiali naturali restituiscono un mondo dove scienza e arte si incontrano, in un tuffo nella natura barocca tra fiori esotici, pesci mediterranei e uccelli tassidermizzati.
È poi il turno dell’influenza dell’arte classica sul Rinascimento italiano, al centro della sezione successiva. Tra le opere spiccano quelle di Mantegna, Macrino d’Alba, Garofalo e dei protagonisti del Rinascimento romano. Una linea di continuità che parte dalle scoperte archeologiche e si riflette nella pittura, nella scultura e nelle arti decorative, come dimostrano le grottesche e le armature incise.
Mito, virtù e allegoria si fondono nelle figure femminili che popolano invece la sezione dedicata all’universo della bellezza femminile: dalla Pudicizia trionfante dipinta da Gherardo di Giovanni alla sensuale Giovane donna con unicorno di Luca Longhi, passando per Lucrezia, Aretusa, Galatea e le Muse. Un omaggio all’intelligenza, alla grazia e alla forza delle donne tra Cinquecento e Seicento.

Altre “icone” femminili – ritratte in un tempo in cui la pittura comincia a misurarsi con la fotografia – sono invece protagoniste della sezione successiva in cui sedici dame della corte sabauda raccontano la vita e lo stile tra Seicento e Settecento. Accanto a loro, Maria Antonietta, la Contessa di Castiglione e la regina Margherita di Savoia.
Poi ci sono le nuove interpretazioni della bellezza al femminile tra pittura, scultura e grafica che si sviluppano in un crescendo simbolista e liberty. Opere di Giacomo Grosso, Cesare Saccaggi, Carlo Stratta, Leonardo Bistolfi e Alphonse Mucha tracciano un percorso visivo che unisce mito, modernità e fascino visivo. L’immaginario della Belle Époque prende qui vita tra profili stilizzati, sguardi languidi e visioni sognati
A conclusione, una sezione speciale dedicata a Volto di fanciulla, disegno attribuito a Leonardo da Vinci. Un’opera iconica che collega idealmente l’intero percorso espositivo e invita a riflettere sulla bellezza come espressione universale e senza tempo.













