
Dopo mesi di attesa e un delicato lavoro di restauro, lo Studiolo di Federico da Montefeltro riapre le porte ai visitatori nella sua rinnovata veste
L’appuntamento è fissato per il 30 maggio all’interno del Palazzo Ducale. La cerimonia inaugurale prevede la presentazione del complesso intervento conservativo alla presenza delle autorità cittadine: la Direzione museale della Galleria Nazionale delle Marche e del Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna.
La chiusura dello Studiolo, avvenuta lo scorso novembre, è stata necessaria per interventi di rifunzionalizzazione degli impianti elettrici e antincendio, resi possibili grazie ai fondi del PNRR. Ma, come ha sottolineato il Direttore Luigi Gallo, si è colta l’occasione per un intervento più ampio: “È stato un lavoro di restauro e di studio approfondito, che ha interessato non solo lo Studiolo, ma progressivamente tutti gli spazi museali del Palazzo, con l’obiettivo di rendere la Galleria sempre più accessibile e coinvolgente“.
Meditazione e studio
Le tarsie lignee e il soffitto a cassettoni, elementi centrali dello Studiolo, sono stati smontati, trattati con procedimenti anossici e restaurati con grande attenzione. Lo stesso vale per i dipinti degli Uomini Illustri, alcuni dei quali (è bene ricordarlo) oggi si trovano al Louvre. Dopo una lunga e travagliata storia di spoliazioni e spostamenti.
Lo Studiolo di Federico rappresenta l’essenza stessa dell’umanesimo rinascimentale. Uno spazio di meditazione e studio che, con le sue straordinarie tarsie prospettiche, i suoi simboli araldici e le figure emblematiche dipinte (da Dante a Petrarca, da Bessarione a Sisto IV) riflette il pensiero e la cultura del Duca.

Risalente alla seconda metà del Quattrocento, lo Studiolo rappresenta (oggi come allora) un manifesto politico e culturale. Un luogo dove la contemplazione si fonde con l’arte e il sapere, dove nulla è lasciato al caso, nemmeno l’illusione ottica che trasforma la parete in uno scrigno di simboli, strumenti e libri.
Il nuovo allestimento, frutto di una profonda riflessione storica e filologica, mira a restituire un’esperienza il più fedele possibile all’originale. Nonostante le perdite subite nel corso dei secoli. A differenza delle ricostruzioni precedenti, si è scelto un approccio più complesso che tiene conto delle tecniche costruttive e decorative dell’epoca, come quelle impiegate per i grandi polittici e le macchine d’altare.
Particolare cura e attenzione è stata riservata anche all’illuminotecnica. Pensata per valorizzare ogni singolo dettaglio, con una luce ambientale diffusa e puntamenti selettivi sulle parti più suggestive.
Questa riapertura segna un ulteriore passo nella valorizzazione del patrimonio della Galleria Nazionale delle Marche. Che negli ultimi anni sta compiendo un ambizioso percorso di rinnovamento. Dopo l’Appartamento della Jole e le Stanze degli Ospiti, ora è il turno dell’Appartamento del Duca, cuore pulsante dell’intero palazzo.













