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IVA al 5% (finalmente) per l’arte? L’ANGAMC plaude all’impegno di Giuli

Presto IVA al 5% per l'arte in Italia? Presto IVA al 5% per l'arte in Italia?
Presto IVA al 5% per l'arte in Italia?
Presto IVA al 5% per l’arte in Italia?
Sirio Ortolani, presidente dell’Associazione Nazionale Gallerie Arte Moderna e Contemporanea, plaude all’ipotesi di un riequilibrio delle aliquote IVA

La dichiarazione del Ministro Giuli segue quella fatta durante la presentazione Nomisma e va nella direzione auspicata da tutto il settore. È importante che sia stata fatta durante un’interrogazione parlamentare alla Camera e che si sia capito come la politica spinga per andare nella stessa direzione e si parli di un’aliquota al 5%. A questo punto aspettiamo di capire le tempistiche che sono vitali per far sì che il mercato dell’Arte italiano possa ripartire”. Esprimono soddisfazione le parole affidate ad ArtsLife da Sirio Ortolani, presidente dell’Associazione Nazionale Gallerie Arte Moderna e Contemporanea, da mesi impegnata nella battaglia per il riequilibrio delle aliquote IVA in Italia sulle transazioni relative alla cessione di opere d’arte.

Lo spunto è appunto l’intervento al question time alla Camera del ministro dei beni culturali Alessandro Giuli, che rispondeva all’interrogazione in merito del deputato leghista Stefano Candiani. “Ad oggi esiste una distorsione: per un giovane che si affaccia al mercato dell’arte, diventa più interessante guardare alla Francia che ha un’aliquota al 5,5% o alla Germania col 7%, piuttosto che restare in Italia con il 22%”, sosteneva Candiani. “La necessità di ridurre l’aliquota IVA, come la Lega chiede da tempo, oggi ha la condivisione dei ministri Giorgetti e Giuli. […] Il gruppo Lega si farà quindi carico di proporre le modifiche di legge necessarie a una riduzione al 5%”.

E la risposta di Giuli non ha deluso le aspettative: “Sono allo studio ipotesi normative volte alla modifica dell’aliquota Iva. Allineandola al trattamento agevolato nei principali Paesi europei”, ha affermato il ministro. “Il percorso verso la revisione della disciplina fiscale di settore è tracciato. Non si tratta soltanto di riallinearci a una media continentale, ma di non frenare la dinamicità del mercato dell’arte italiano con pesi fiscali anticoncorrenziali”.

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