
In concomitanza con la 19ª Biennale Internazionale di Architettura, il FAI apre le porte dello storico negozio Olivetti in Piazza San Marco a Venezia alla mostra Formafantasma. The Shape of Things to Come. Visitabile fino al 28 settembre, porta la firma curatoriale di Bartolomeo Pietromarchi e invita il pubblico a riflettere sul ruolo del design ecosostenibile
Nel cuore di Piazza San Marco a Venezia, lo storico Negozio Olivetti – gioiello architettonico firmato da Carlo Scarpa – ospita Formafantasma. The Shape of Things to Come, mostra promossa dal FAI in occasione della 19ª Biennale Internazionale di Architettura. Un luogo calzante, in cui l’architettura concepita per il contesto – secondo la poetica coerente di Scarpa, che integra materiali site-specific come il marmo di Aurisina, il palissandro, il teak africano, metalli e pietre con la tradizione veneziana degli stucchi – si intreccia con una filosofia tecnologica e sociale.

Un dialogo che rende lo spazio ideale per accogliere la riflessione proposta dal duo di designer Andrea Trimarchi e Simone Farresin, noti come Formafantasma. Classe anni ’80, i due progettisti esplorano le possibilità del design sostenibile, ponendo l’attenzione su temi come il riciclo, l’impatto ambientale e la responsabilità sociale della produzione. In occasione della mostra, Formafantasma riprende e amplia il progetto Ore Streams, avviato nel 2017, incentrato sul riutilizzo degli scarti dell’industria elettronica.
Impatto ecologico e sociale
Attraverso una serie di oggetti, video documentaristici e animazioni 3D, The Shape of Things to Come mette in scena un’indagine profonda sull’impatto ambientale della produzione tecnologica. Formafantasma esplora i limiti dell’industria elettronica, ponendo l’accento sulla difficoltà del riciclo, sull’obsolescenza programmata e sul valore delle risorse naturali. Nella mostra emerge un tema quanto mai importante ed attuale: quello di un design che non può più esimersi da una riflessione sul proprio impatto ecologico e sociale, e che deve ripensare i concetti di durabilità, recupero e responsabilità produttiva.

L’allestimento stesso riflette questa consapevolezza. Tutti gli oggetti di design realizzati da Formafantasma sono, infatti, composti da materiali recuperati da dispositivi elettronici dismessi. I piedistalli in porcellana presenti in mostra, realizzati in collaborazione con l’azienda toscana Colorobbia, riprendono le forme archetipiche della ceramica mediterranea antica, evocando un senso di continuità formale e culturale nel tempo.
È però l’utilizzo dell’oro a offrire il contrappunto più simbolico: recuperato dai circuiti elettronici, non viene impiegato come ornamento, ma come materia narrativa. La sua presenza richiama non solo il valore economico e la lunga storia del materiale, ma anche le tensioni ambientali e geopolitiche connesse alla sua estrazione e al suo riutilizzo.
Qualità, innovazione e impegno sociale
All’interno del Negozio Olivetti, questa visione critica della tecnologia viene contrapposta con la filosofia stessa del luogo: le macchine da scrivere storiche esposte nello spazio sono testimoni della filosofia olivettiana fondata su qualità, innovazione e impegno sociale. “Accanto alle macchine storiche, che testimoniano gli albori di una rivoluzione tecnologica di cui Olivetti fu protagonista a livello mondiale – commenta Daniela Bruno, Direttrice Culturale FAI – gli oggetti realizzati con le macchine riciclate raccontano l’altra faccia di quella storia e gli esiti di quel progresso, non del tutto felici, svelandone alcune ombre e soprattutto gli attuali costi, per l’uomo e per l’ambiente”.

In linea con la missione educativa del FAI, The Shape of Things to Come mira a sensibilizzare e a stimolare un nuovo immaginario etico nel design. Lo spazio dedicato ad Adriano Olivetti — figura centrale di un pensiero industriale umanista — rafforza questo messaggio: oggi più che mai è necessario coniugare estetica e funzionalità con responsabilità sociale e ambientale. In un’epoca in cui la cultura del consumo mostra i suoi limiti, il design può e deve diventare uno strumento di trasformazione e consapevolezza.













