
Un appello forte e chiaro alla responsabilità della comunicazione, in un mondo sempre più frammentato e attraversato da conflitti. Papa Leone XIV, incontrando i giornalisti di tutto il mondo nell’Aula Paolo VI, ha esortato chi lavora nell’informazione a diventare “operatori di pace”, rifiutando la logica dello scontro e scegliendo la verità, “cercata con amore”.
“Dobbiamo respingere il paradigma della guerra”, ha dichiarato il Pontefice, sottolineando l’urgenza di una comunicazione che non si pieghi alla violenza verbale o alla competizione sfrenata. Citando il discorso della montagna di Gesù, ha invitato a «una comunicazione diversa: che non cerca il consenso a ogni costo, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, e non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui dobbiamo cercarla, umilmente.
Per il Papa, la pace comincia da come guardiamo, ascoltiamo e parliamo degli altri. E il linguaggio, le immagini, le scelte narrative hanno un ruolo fondamentale: “Il modo in cui comunichiamo è di importanza cruciale”.
Nel suo discorso, Papa Leone XIV ha anche lanciato un accorato appello per la liberazione dei giornalisti incarcerati per aver cercato e raccontato la verità. “La Chiesa è solidale con questi testimoni del nostro tempo – ha detto – soprattutto con coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita. Essi difendono la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati. Perché solo i popoli informati possono fare scelte libere”.
Un messaggio rivolto alla coscienza della comunità internazionale, affinché venga tutelato il bene prezioso della libertà di stampa, troppo spesso messa a rischio nei contesti di conflitto e autoritarismo.
Infine, Papa Leone XIV ha spronato i professionisti dell’informazione a non abbassare la guardia né lo sguardo. “Viviamo tempi difficili – ha detto – che non dobbiamo fuggire. Anzi, richiedono il massimo impegno da parte di tutti noi”. Un messaggio che vale per la Chiesa, ma anche per chi racconta la realtà ogni giorno, affinché non si limiti alla superficie né ceda a narrazioni comode.
Rievocando le parole di Sant’Agostino – “Viviamo bene, e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi” – il Papa ha ringraziato infine i giornalisti presenti: “Grazie per essere andati oltre stereotipi e luoghi comuni. Per aver colto l’essenza della vita cristiana e della Chiesa, e averla raccontata al mondo con ogni mezzo”.













