
L’arte contemporanea incontra l’eternità. Michelangelo Pistoletto, maestro indiscusso dell’Arte Povera e fresco di candidatura al Premio Nobel per la Pace, si prepara a lasciare il segno — letteralmente — tra le maestose Piramidi d’Egitto.
A 91 anni, il visionario artista italiano Michelangelo Pistoletto sarà uno dei protagonisti della quinta edizione di Forever Is Now, la spettacolare mostra a cielo aperto che ogni anno trasforma la piana di Giza in una galleria d’arte globale. Per l’occasione, presenterà una nuova installazione site-specific: un’opera monumentale che promette di fondere simboli dell’antichità con messaggi profondamente contemporanei. I dettagli restano per ora riservati, ma l’attesa è già altissima.
Non si tratta però soltanto di una presenza d’eccezione. Come ha dichiarato Nadine Abdel Ghaffar, fondatrice di Art D’Égypte, l’organizzazione dietro il progetto: “Avere Michelangelo Pistoletto tra noi è un evento epocale. La sua presenza alle Piramidi non è solo simbolica. È una dichiarazione di visione”.

Questa visione, del resto, Pistoletto la coltiva da anni: non solo come artista, ma come attivista culturale. Attraverso la sua fondazione Cittadellarte, promuove infatti un’idea radicale di cultura come strumento di trasformazione sociale. Anche in Egitto, l’estetica si intreccia con l’impegno: grazie a una collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura al Cairo, alcuni artisti egiziani potranno accedere a un percorso triennale gratuito presso l’Accademia Unidee di Biella, città natale dell’artista.
Un’opportunità concreta che rafforza il dialogo interculturale. “L’arte può e deve essere un ponte tra culture e geografie”, ha commentato Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte. “Con questo progetto, costruiamo un collegamento ideale tra Venezia e Il Cairo”.
Il ponte costruito da Pistoletto, in realtà, si estende da decenni. Nato nel 1933, ha rivoluzionato la scena artistica internazionale a partire dagli anni ’60 con i suoi celebri quadri specchianti, in cui lo spettatore diventa parte integrante dell’opera. Insieme a maestri come Jannis Kounellis e Giovanni Anselmo, ha dato vita al movimento dell’Arte Povera, che attraverso materiali semplici ha sfidato le logiche del mercato e dell’élite culturale.

Il suo impegno non si è mai fermato. Nel 2003 ha lanciato il manifesto del Terzo Paradiso, un invito a ritrovare equilibrio tra natura e artificio. Il simbolo dell’infinito con tre anelli — ormai emblema della sua poetica — tornerà protagonista anche alla prossima Biennale di Venezia, con una nuova installazione dedicata. E la sua recente candidatura al Premio Nobel per la Pace è solo l’ultimo riconoscimento di un percorso coerente e ispirato. “L’arte deve spingere il cambiamento, generare un senso condiviso di umanità”, ha affermato l’artista.
Con queste premesse, Forever Is Now tornerà tra ottobre e novembre con una line-up di artisti internazionali pronti a confrontarsi con la maestosità delle Piramidi. Nelle edizioni precedenti abbiamo ammirato l’enorme bean in titanio di Gisela Colón, le mani giganti di Lorenzo Quinn che si sfioravano nel deserto, e la piramide-fotocamera del fotografo JR. Ora, tocca a Pistoletto. E ancora una volta, la storia si fa arte.













