
La Collezione Appendino è in vendita il 27 maggio 2025 da Wannenes nella cornice di Villa Carrega Cataldi, a Genova. In esposizione dal 24 al 26 maggio, la raccolta offre un’importante selezione di ceramiche, porcellane, dipinti e arredi.
Non una semplice collezione privata, ma un corpus organico, nato da una logica collezionistica precisa, incentrata sul gusto e sulla cultura del Settecento sabaudo. Un compendio dell’arte decorativa piemontese, selezionata con rigore e visione in oltre quarant’anni di attività collezionistica da Guido Appendino, storico cliente del celebre antiquario torinese Pietro Accorsi. È la Collezione Appendino, che Wannenes si appresta a vendere attraverso una selezione di ceramiche, porcellane, dipinti e arredi.
Tra le ceramiche spiccano due piatti in maiolica bianca e blu della bottega dei Rossetti, decorati con lo stemma nuziale del matrimonio tra Gabriele Verri e Barbara Dati Cavazzi della Somaglia (entrambi stimati 800–1,2 mila euro). Di forte impatto anche la zuppiera rocaille, databile al 1765, sempre dei Rossetti, con soggetti mitologici e raffinate influenze di Ardizzone (3-4 mila euro). Da qui al gruppo di porcellane, realizzate a Vinovo ma pensate per il mondo. O almeno è il caso del servizio da viaggio completo, contenuto in baule decorato con arma vescovile, forse dei de Carretto, risalente al triennio 1776–1779 (stima 14-18 mila euro).
Diamo i numeri con la sezione pittorica, dominata da Pietro Domenico Olivero, artista di corte, presente con cinque Allegorie raffinate e animate da un gusto rocaille capace di stupire nella messa in scena del dettaglio (stima 15-24 mila euro l’uno). Sette, invece, le vedute e i paesaggi di Vittorio Amedeo Cignaroli, maestro indiscusso del Rococò piemontese, con stime comprese tra i 2 e i 12 mila euro; e, ancora, tre le nature morte di Michele Antonio Rapous, dove riecheggia l’influenza della pittura francese coeva.
Completano l’incanto una selezione di arredi e oggetti d’arte che restituiscono l’atmosfera domestica e culturale del XVIII secolo: tra questi, una coppia di poltrone intagliate e laccate con velluto verde (stima 1-2 mila euro) e un elegante cassettone a demi-lune in legni pregiati e bronzo dorato, con piano in marmo “fior di pesco” (stima 3-4 mila euro).
Più che un’asta, un testamento materiale di gusto e metodo collezionistico. Con questa vendita, Wannenes offre al mercato una finestra privilegiata sul collezionismo sabaudo del Novecento e un’occasione per riportare alla luce pezzi d’arte decorativa capaci di dialogare con le esigenze contemporanee del décor e dell’investimento.















