
Per festeggiare i suoi 15 anni di vita lo hanno dichiarato monumento nazionale: una responsabilità che il MAXXI ha senz’altro meritato, nonostante la sua storia un po’ ondivaga e a tratti turbolenta. È un compleanno importante e assai promettente, che il museo festeggia con quattro nuove mostre, non tutte allineate allo standard di qualità che caratterizza le proposte del MAXXI.
La più corposa è “Stadi. Architettura e mito”, una rassegna ampia e articolata che ripercorre la storia e l’evoluzione degli stadi in tutto il mondo, con uno sguardo omnicomprensivo che spazia dall’archeologia all’architettura, dalla fotografia alla sociologia, frutto di una ricerca molto approfondita condotta dai curatori Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri.
Purtroppo però, nonostante l’impianto curatoriale molto ambizioso, che intende “restituire per la prima volta in modo compiuto e sistemico il ruolo che lo stadio svolge nell’immaginario contemporaneo”, l’allestimento risulta troppo affollato, e lo spettatore ha difficoltà a seguire l’andamento delle sezioni – Le Architetture, La vita e il pubblico, Nell’arte e nella fotografia – sovrapposte tra loro e poco leggibili per il grande pubblico.
Si passa senza soluzione di continuità dagli scatti di Luigi Ghirri e Olivo Barbieri all’aeropittura futurista, dai manifesti di Italia 90 alle campagne fotografiche di Stefano Graziani e Filippo Romano sugli stadi di Udine e Messina, allo spettacolare video di Yuri Ancarani San Siro.
Tutti materiali di grande qualità, ma assemblati secondo una narrazione confusa, che non valorizza al meglio una ricerca davvero approfondita.

© Studio lost but found/VG Bild-Kunst, Bonn, Germany/ SIAE 2025, Photo Luis Do Rosario, Courtesy Fondazione MAXXI
In fondo alla Galleria 3 si apre il Centro Archivi di Architettura, dove è allestita, con grande rigore scientifico, una piccola ma preziosa rassegna dedicata alle architetture del Foro Italico. “Il Foro Italico di Enrico Del Debbio. Classicismo e modernità”, curata da Ariane Varela Braga e Carla Zhara Buda, illustra quarant’anni di storia della costruzione del Foro Italico, a partire dal 1927, attraverso i materiali provenienti dall’Archivio Del Debbio, acquisito dal MAXXI nel 2002.
Attraverso una sequenza cronologica chiara e leggibile sono esposti i disegni, gli esecutivi, i documenti, i plastici, le assonometrie, le immagini d’epoca a confronto con alcuni scatti della fotografa spagnola Begoña Zubero che documentano, in maniera impeccabile, le architetture di Del Debbio oggi.
Da non mancare la rassegna “In viaggio per l’arte. La Galleria Pieroni 1975-1992”, un emozionante percorso documentario attraverso l’attività di una delle più prestigiose gallerie italiane dell’epoca, curato da Stefano Chiodi.
All’interno di un tavolo a forma di spirale, in ricordo delle opere di Mario Merz, uno degli artisti sostenuti dalla galleria, sono allestiti i materiali che ripercorrono le mostre della galleria di Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier, dagli esordi nel 1975 al Bagno Borbonico di Pescara seguito, nel 1979, dall’appartamento affacciato su via Panisperna a Roma.
Un “palazzo della memoria” che ruota intorno a rapporti di amicizia e scambio intellettuale con artisti che hanno fatto la storia dell’arte italiana come Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Ettore Spalletti, Giulio Paolini, oltre a protagonisti della scena internazionale come Sol Lewitt, Dan Graham o Gerhard Richter.
“Coerenza, rigore e affinità culturali hanno caratterizzato la storia dei Pieroni”, spiega Chiodi, “che viene ripercorsa all’interno di uno spazio del museo che viene valorizzato con un allestimento sobrio ma funzionale”.

La Galleria 5 ospita la mostra dell’artista scozzese Douglas Gordon “Pretty much every film and video work from about 1992 until now”, una sorta di archivio visivo che riunisce tutte le opere video realizzate dall’artista, noto in tutto il mondo come manipolatore di immagini, tratte da documentari, film o serie televisive, presentato al MAXXI con un allestimento semplice ma efficace.
Infine, il restauro della biglietteria al centro della hall del museo ha permesso di avviare Entrate, il ciclo di installazioni di design curato da Martina Muzi, inaugurato dall’intervento del designer spagnolo Nacho Carbonell “Memory, in practice”, che ricostruisce un paesaggio legato alla sua infanzia, molto scenografico ma non del tutto convincente.
Con le nuove mostre, che si aggiungono a quelle già in corso, il MAXXI si conferma come una delle istituzioni più attive e dinamiche d’Italia, con un ventaglio di proposte espositive tra arte e architettura di indubbio interesse.











