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Maurizio Cattelan. Four Seasons a Bergum

L'immagine guida della mostra di Maurizio Cattelan a Bergamo L'immagine guida della mostra di Maurizio Cattelan a Bergamo
L'immagine guida della mostra di Maurizio Cattelan a Bergamo
L’immagine guida della mostra di Maurizio Cattelan a Bergamo
Sulle anticipazioni di Seasons, la prossima mostra diffusa Cattelan in vari e scelti spazi pubblici a Bergamo nel programma “Pensare come una montagna”

Leggo su La Repubblica di domenica la lunga intervista rilasciata da Maurizio Cattelan a Dario Pappalardo nella quale viene annunciata Seasons, la sua prossima mostra diffusa in vari e scelti spazi pubblici a Bergamo. Che rientra nel più vasto programma della GAMEC Pensare come una montagna, con la direzione artistica di Lorenzo Giusti. Come spesso accade quando si parla del Maurizio nazionale, sorge un dubbio: ci è o ci fa?

Visti i successi planetari ogni perplessità andrebbe immediatamente fugata. La vita però, come Lui stesso ci suggerisce, è più complicata dell’apparenza. E la lettura della realtà da adito ad interpretazioni e a significati duplici. Forse ci è e ci fa al contempo. Proverò a spiegarmi meglio. Credo che genuinamente ci sia, ma che la sua indubbia intelligenza opportunamente indirizzata lo porti a surfare con leggerezza sugli stereotipi ricorrenti. Facendosi contemporaneamente concavo e convesso, lasciando al disarmato spettatore il compito di dipanare la matassa. Mimetismo al cubo! Cosa vuole trasmettere Seasons? Ovvio, “che il fascismo non se n’è mai andato davvero”.

 

Maurizio Cattelan, ph. Vincent Tullo per NY Times
Maurizio Cattelan, ph. Vincent Tullo per NY Times
Ci è o ci fa?

Neanche Scurati avrebbe detto meglio. Infatti l’Hitler ricicciato, con un sacchetto a nasconderne il viso, ci obbliga a proiettare il nostro volto con un po’ di terrore. Brrrrr, l’Hitler ch’entro ci rugge è in agguato come, del resto, la commemorativa mussoliniana aquila imperiale dello scultore Giannino Castiglioni. Abbandonata in un magazzino e imprigionata in una gabbia di legno, ma pronta a dispiegare le ali della tetra simbologia di potere. E ora riproposta per una ricontestualizzazione politicamente corretta. Aquila emblema di libertà e di oppressione.

Un’altra perla del Cattelan pensiero è Empire, un mattone bloccato in una bottiglia. Mattone simbolo dell’unità di costruzione degli imperi ma anche di ribellione al potere se lanciato verso una vetrina. Ecco che tutto torna al quesito iniziale e alla duplice interpretazione della realtà: ci è o ci fa? Non poteva mancare, in questa mostra diffusa, un’attenzione al drama, all’americana, degli homeless. A rammentare tutta la nostra indifferenza, con la scultura November, in marmo statuario Michelangelo e pompa idrica (sic) che pare la copia di quella esposta all’Hangar. Insomma come vellicare il pelo e apparire originali. Capolavoro di comunicazione!

Vellicati saluti

L.d.R.

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