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Rodin incanta ancora: una rara scultura supera il milione da Rouillac

Auguste Rodin, Le Desepsoir (1892–93. Photo: Guillaume Souvant / AFP

 

Auguste Rodin, Le Desepsoir (1892–93. Foto: Guillaume Souvant / AFP

Piccola, dimenticata, preziosa. Le Désespoir di Auguste Rodin torna sul mercato dopo quasi 120 anni e lo fa segnando un record per un’opera dello scultore con questo soggetto.

Un’inaspettata scoperta si è trasformata in uno degli evento clou del mercato dell’arte francese. Aymeric Rouillac, titolare dell’omonima casa d’aste, non immaginava che una semplice visita a un collezionista del Berry potesse portare alla luce una scultura dimenticata di Auguste Rodin. L’opera, collocata con discrezione sopra un pianoforte, era rimasta inosservata nella casa di famiglia fino alla fine del 2024, quando la maison ne ha intuito l’importanza.

La scultura, alta poco meno di 30 centimetri, è stata identificata come Le Désespoir (ca. 1892-93), un’intensa allegoria scolpita nel marmo bianco, raffigurante una figura femminile nuda, ritratta in una posa contratta e riflessiva. Domenica scorsa, il pezzo è stato protagonista della tradizionale asta Garden Party organizzata da Rouillac presso lo Château de Villandry, nella regione della Loira.

La gara ha attirato collezionisti da Cina, Svizzera e Stati Uniti, e si è conclusa dopo oltre 20 minuti con l’aggiudicazione da parte di un giovane banchiere della West Coast americana per 1,1 milioni di euro (pari a circa 1,2 milioni di dollari). Si tratta della sedicesima aggiudicazione milionaria per la maison fondata nel 1983, e di un nuovo record per una versione di questo soggetto di Rodin.

L’opera non appariva sul mercato dal 1906, quando fu battuta all’asta a Parigi per 4.100 franchi. Esemplari comparabili si trovano al Kunsthaus di Zurigo nella collezione di Emil Bührle e al Philadelphia Museum of Art, mentre una versione di dimensioni maggiori, scolpita in pietra calcarea, è custodita nella Cantor Arts Collection della Stanford University in California. Un’aggiudicazione dal calibro museale che aspettava, vicino a un pianoforte, l’occasione giusta per concretizzarsi.

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