
Un capolavoro conteso, un miliardario misterioso e un’accusa di furto che riporta alla luce la storia travagliata dell’Europa post-bellica. Ecco tutto ciò che sappiamo sul dipinto che ha fatto tremare le stanze d’asta di Christie’s.
L’affascinante e tormentata figura di San Sebastiano, dipinta da El Greco tra il 1610 e il 1614, è al centro di una battaglia internazionale che intreccia arte, politica e grandi fortune. Ritirata all’ultimo minuto da un’asta newyorkese da Christie’s, l’opera è oggi al sicuro, ma sotto sequestro, mentre si combatte in tribunale per stabilirne il legittimo proprietario.
Secondo i documenti appena resi pubblici, il proprietario del dipinto è Dmitry Rybolovlev, magnate russo residente a Monaco, noto per aver acquistato — e poi venduto — il celebre Salvator Mundi di Leonardo da Vinci. Ma stavolta, non si tratta solo di collezionismo: la Romania accusa Rybolovlev di possedere un’opera sottratta illegalmente al patrimonio nazionale nel 1947, durante la fuga dell’ultimo re rumeno, Michele I, in esilio dopo l’ascesa del regime comunista.
Ma allora cosa è successo davvero? Il governo rumeno afferma che il dipinto lasciò il paese in modo illecito e chiede che venga restituito al Museo Nazionale d’Arte di Bucarest, dove – secondo loro – è sempre appartenuto. Lo studio legale Nixon Peabody, che rappresenta la Romania a New York, ha ottenuto che il dipinto resti temporaneamente negli uffici di Christie’s in attesa della decisione delle autorità giudiziarie.
Stando a Christie’s, San Sebastiano sarebbe stato trasferito con l’autorizzazione dello Stato rumeno a Michele I nel 1947, e poi venduto negli anni ’70 alla galleria Wildenstein di New York. Ma il Ministero delle Finanze rumeno smentisce categoricamente: “Non esiste alcun documento che provi un passaggio di proprietà legale”, tuonano i funzionari. Per loro, il dipinto è stato rubato.

A complicare le cose, spunta il nome di Yves Bouvier, il controverso mediatore d’arte al centro di una lunga disputa con Rybolovlev. Secondo la Romania, Bouvier sarebbe l’intermediario originale dell’acquisto, ma Christie’s non lo cita nella provenienza ufficiale. Un’omissione? Una svista? Oppure qualcosa di più?
“Il dipinto appartiene al patrimonio culturale della nostra nazione. Non ci fermeremo finché non tornerà a casa”, ha dichiarato con fermezza il vice primo ministro Barna Tánczos. Nel frattempo, Christie’s mantiene una posizione cauta: “Abbiamo ritirato l’opera non appena è emersa una possibile controversia sulla sua provenienza”.
Con una stima di valore compresa tra 7 e 9 milioni di dollari, il San Sebastiano di El Greco non è solo una tela di grande valore economico, ma anche un simbolo di memoria storica contesa. Il caso potrebbe diventare un nuovo punto di riferimento nelle battaglie legali sul patrimonio artistico europeo disperso nel Novecento.













