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Nel ventre di Lodi: le archeologie di Andrea Mariconti

Andrea Mariconti, Oce.nus I-II, cianotipie tratte dalla progettazione di Naeuma Antimatter, 2021 50x70cm
Andrea Mariconti, Oce.nus I-II, cianotipie tratte dalla progettazione di Naeuma Antimatter, 2021 50x70cm
Cinque luoghi simbolici e nascosti della città di Lodi ospitano le opere sonore, scultoree e pittoriche di Andrea Mariconti, dal 10 maggio al 29 giugno 2025. Una profonda riflessione sul tempo e sulla natura liquida della memoria, che richiama anche il fiume Adda, si traduce in un viaggio interiore, ma anche fisico, tra vibrazioni sonore, cortili secolari e wunderkammer contemporanee.

Un acero giapponese di quattro secoli affonda le radici nel cortile dell’antico Ospedale Maggiore di Lodi. Di fronte, una scultura bronzea emette vibrazioni profonde. È una delle cinque “campane” della serie Naeuma–Antimatter, opere sonore realizzate con la tecnica della cera persa in una delle ultime fonderie artistiche italiane, nei pressi di Crema. Da qui prende avvio Atlas Abda, il progetto dell’artista Andrea Mariconti, a cura di Alessandro Beltrami e Paolo Torre, che trasforma Lodi in una mostra diffusa tra immagini, oggetti, suoni e tracce archeologiche.

La mostra si snoda tra luoghi poco noti o solitamente inaccessibili della città, come l’Archivio dell’Ospedale Maggiore, la Collezione Anatomica Paolo Gorini, la Biblioteca Laudense, il Chiostro di San Cristoforo e la chiesa di Santa Chiara Nuova. Ogni sito ospita installazioni con protagoniste le sculture sonore di Mariconti, affiancate da pitture e oggetti che riflettono sul rapporto dell’uomo con il tempo, la memoria e la trasformazione della materia.

Il titolo della mostra affonda le radici nel nome antico del fiume Adda, abda, ovvero acqua che scorre impetuosa in celtico. Il fiume, inteso come corpo e atlante della città, fornisce la chiave di lettura simbolica e geografica dell’intero progetto.“Cosa accade se proviamo a risalire, se non ad arginare, la corrente?” si chiede l’artista. L’arte qui diventa uno strumento archeologico, capace di restituire al presente una stratificazione del passato.

Nel suggestivo archivio dell’ospedale, un tempo magazzino farmaceutico del “Chiostro della Farmacia”, l’artista ha trasformato lo spazio in una moderna wunderkammer. Sessanta oggetti tra manoscritti, disegni e ready-made provenienti dalla sua collezione personale convivono con la scultura sonora centrale, creando un connubio tra anatomia, alchimia e memoria. Qui, l’interesse archeologico di Mariconti non è solo disciplina, ma diventa un approccio poetico e percettivo.

La mostra prosegue nella Biblioteca Laudense, dove, oltre alla scultura ospitata in una suggestiva sala solitamente chiusa al pubblico, il piano terra si trasforma in uno spazio espositivo dedicato ai lavori pittorici di Mariconti.

Il cuore pulsante del progetto resta la dimensione sonora. Le cinque sculture Naeuma–Antimatter,  strumenti musicali oltre che opere plastiche, sono state fatte suonare per una performance inaugurale nella chiesa di Santa Chiara Nuova, per poi essere disseminate nei diversi siti. L’ascolto è disponibile anche online, tramite QR code posizionati lungo il percorso espositivo.

Andrea Mariconti, classe 1978, pittore e scultore formatosi all’Accademia di Brera, ha costruito negli anni una pratica che intreccia arte, scienza e memoria. La sua ricerca, condotta attraverso pigmenti naturali di origine minerale e vegetale, si sviluppa in una tensione costante tra stratificazione e cancellazione. Con Atlas Abda ci invita a camminare dentro Lodi come se fosse un organismo da sezionare: ogni spazio, una camera anatomica del tempo.

Andrea Mariconti, Naeuma Antimatter, sculture in bronzo a cera persa, pezzi unici, 2020-21, a. 130x80x80cm, b. 190x170x125cm
Andrea Mariconti, Rōkh 6, olio e pigmenti naturali e ossido di rame su tela, 2024, 100x100cm

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