
Simbolo eterno dell’umanità e tra le Nuove Sette Meraviglie del Mondo, il Colosseo si prepara a vivere un evento senza precedenti, dove le sue antiche pietre diventano il palcoscenico di un incontro tra culture, memorie e linguaggi del futuro.
In occasione del 140º anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea e dell’Anno dello Scambio Culturale Reciproco, il monumento più iconico di Roma ospiterà il 26 giugno 2025 una straordinaria installazione di arte digitale proiettata sulle sue superfici esterne. Un gesto artistico e simbolico di grande impatto, promosso dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo della Corea, organizzato dalla Korean Foundation for International Cultural Exchange (KOFICE) con il supporto del Parco Archeologico del Colosseo.
Per la prima volta, tre artisti – Vincenzo Marsiglia, il collettivo Squatters Lab e il sudcoreano Lee Lee Nam – sono stati chiamati a immaginare opere site-specific che intrecciano tecnologia e tradizione, oriente e occidente, passato e futuro. Il risultato sarà una serata in cui il Colosseo si trasformerà in una tela monumentale di luce, un luogo dove le identità si incontrano e si riflettono, come in uno specchio collettivo.
Al centro dell’intervento, il lavoro di Lee Lee Nam, figura chiave della media art in Asia, che propone una raffinata composizione digitale fatta di volti, memorie e simboli condivisi tra Italia e Corea. Con il suo stile che unisce iconografia tradizionale e linguaggi digitali, l’artista crea una narrazione visiva in cui passato e presente si osservano, non in opposizione, ma in reciproco riconoscimento. Un’opera che non impone, ma suggerisce, e che sul Colosseo acquista una nuova densità simbolica.
Accanto a lui, Vincenzo Marsiglia, artista noto per il suo segno iconico – una stella a quattro punte – presenta Map (Star) The World – Korea, un’opera nata da un’esperienza immersiva nell’Istituto Culturale Coreano di Roma e sviluppata grazie a tecnologie come Hololens 2 e installazioni sonore. L’opera costruisce una geografia emozionale e astratta del dialogo tra i due Paesi, trasformando la visione in poesia, e il Colosseo in una lente condivisa attraverso cui riflettere su identità, distanza e appartenenza.
Il collettivo Squatters Lab, infine, porta in scena Motivi, una sorprendente reinterpretazione del patrimonio architettonico classico italiano. A partire da antichi manuali ottocenteschi digitalizzati, colonne, capitelli e fregi prendono nuova vita attraverso intelligenza artificiale e algoritmi generativi, in un flusso continuo di trasformazione visiva che fonde memoria storica e futuro digitale. Un’opera che dimostra come anche l’innovazione più radicale possa nascere dal rispetto per le radici.
Quello che si realizzerà il 26 giugno non è soltanto un evento artistico, ma un vero e proprio gesto politico e culturale: trasformare il Colosseo, icona della classicità, in uno spazio vivo di relazione, dove l’arte diventa un linguaggio capace di parlare a tutti, oltre le lingue, i confini, i secoli.
Come dichiarano i curatori Alisia Viola e Tommaso Venco, da anni impegnati nella promozione di progetti interculturali, l’intero percorso è stato pensato per trovare un equilibrio tra sperimentazione, accessibilità e profondità, aprendo nuovi orizzonti per l’arte digitale nel dialogo tra culture.
In un’epoca in cui il patrimonio rischia spesso di diventare sfondo silenzioso, questa iniziativa lo restituisce alla sua funzione più profonda: quella di generare incontro, stupore e trasformazione. Il Colosseo si fa schermo e specchio. E per una notte, la sua “pietra millenaria” tornerà a parlare con la lingua di domani.














