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Un altro codice (segreto?) nascosto nell’uomo Vitruviano?

A sinistra: Geometria tetraedrica nell'architettura craniofacciale umana. A destra: L'Uomo vitruviano di Leonardo e le relazioni geometriche ottimali. Immagini per gentile concessione del Dott. Rob Mac Sweeney.
A sinistra: Geometria tetraedrica nell’architettura craniofacciale umana. A destra: L’Uomo vitruviano di Leonardo e le relazioni geometriche ottimali. Courtesy of Dott. Rob Mac Sweeney.
L’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, forse l’immagine più emblematica del Rinascimento, continua a rivelare misteri nascosti a oltre 500 anni dalla sua creazione. Un recente studio condotto dal dentista londinese Rory Mac Sweeney propone una lettura innovativa del celebre disegno: Leonardo potrebbe aver anticipato alcuni principi fondamentali dell’anatomia e dell’architettura biologica con una precisione sorprendente.

Ispirato dagli scritti dell’architetto romano Vitruvio, il disegno – eseguito intorno al 1490 – mostra un uomo idealizzato inscritto in un cerchio e in un quadrato. Un esercizio di armonia proporzionale che fonde arte, matematica e anatomia in uno dei simboli più duraturi della cultura occidentale. Ma per Mac Sweeney, al centro di questa raffigurazione non ci sarebbe solo una ricerca estetica, bensì anche una comprensione strutturale della forma umana straordinariamente avanzata per il tempo.

Nel suo articolo pubblicato sul Journal of Mathematics and Arts — una rivista peer-reviewed che ne ha valutato i contenuti prima della pubblicazione — Mac Sweeney individua un triangolo equilatero nascosto tra le gambe della figura. Secondo la sua analisi, questo triangolo corrisponderebbe al cosiddetto “triangolo di Bonwill”, un concetto formulato nel XIX secolo dal dentista William Bonwill per spiegare la geometria ottimale della mandibola umana. La presenza di questa forma nella composizione di Leonardo suggerirebbe una prefigurazione intuitiva di principi che la medicina avrebbe formalizzato secoli dopo.

L’autore dello studio sostiene inoltre che ripetendo il triangolo attorno all’ombelico si ottiene un esagono alla base di una proporzione geometrica chiamata rapporto tetraedrico, circa 1,64, che ricorre in natura e nei sistemi biologici. Secondo Mac Sweeney, Leonardo avrebbe codificato nelle proporzioni del corpo umano una legge matematica universale, anticipando concetti oggi impiegati in biomeccanica, odontoiatria e architettura organica. Il disegno così si trasforma in qualcosa di più di un esercizio visivo: diventa un codice geometrico che collega la figura umana all’ordine naturale, quasi un manifesto visivo dell’unità tra corpo, spazio e forma. Tuttavia, al momento non esistono conferme indipendenti da parte di storici dell’arte o altri esperti che sostengano che Leonardo intendesse realmente inserire riferimenti così precisi alla geometria dentale. Alcuni studiosi mettono in guardia dal rischio di una sovrainterpretazione, ovvero di leggere nell’opera significati e principi moderni che potrebbero non essere stati pensati dall’artista.

L’Uomo Vitruviano, disegno di Leonardo da Vinci. Credits: Gabriel Bouys/AFP tramite Getty Images.

La potenziale lettura di Mac Sweeney, quindi, per quanto stimolante e basata su solide analisi geometriche, rimane una teoria affascinante più che – almeno per ora – una verità storica definitiva. Se queste interpretazioni trovassero conferma, l’Uomo Vitruviano si rivelerebbe non solo un’icona del Rinascimento, ma anche un precursore silenzioso della scienza contemporanea. Ma viene anche da chiedersi se, in questo esercizio di lettura retrospettiva, non stiamo attribuendo a Leonardo una consapevolezza troppo vicina al nostro tempo, filtrando la sua opera con il linguaggio della geometria moderna e delle scienze applicate.

Forse la vera forza dell’Uomo Vitruviano sta proprio lì: nel suo potere di rifrangere, secolo dopo secolo, le percezioni e le domande di chi lo guarda…

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