
L’artista egiziano guiderà la nuova fiera nel cuore del Golfo, trasformandola in un laboratorio curatoriale con oltre 50 gallerie e un format su misura.
Grandi novità per la regina delle fiere che approda a Doha con l’intento di ‘cambiare le regole’ del gioco. Dimentichiamo il tradizionale white cube e prepariamoci a seguire una nuova rotta. Sarà infatti l’artista egiziano Wael Shawky, già rappresentante del suo Paese alla Biennale di Venezia 2024, a guidare come direttore artistico la prima edizione di Art Basel Qatar (ABQ), in programma dal 5 al 7 febbraio 2026 negli spazi di M7 e Doha Design District.
Non si tratta solo di una novità geografica: Shawky è il primo artista a ricoprire un ruolo curatoriale di vertice in una fiera targata Art Basel. Un segnale chiaro che la manifestazione intende parlare la lingua della regione — con tutte le sue complessità, storie e sfumature — invece di imporre modelli precostituiti. “So di essere una scelta non convenzionale” ha dichiarato Shawky – “E questa sarà una fiera non convenzionale.”
Quella di Shawky è una nomina senza precedenti per Art Basel, la cui direzione è sempre stata in mano a figure provenienti dal mondo commerciale dell’arte. A motivare la scelta, spiega Vincenzo de Bellis, direttore artistico e globale delle fiere di Art Basel, è stata la volontà di rompere con il formato fieristico tradizionale. “Volevamo concentrarci non solo sulla presenza del brand nella regione, ma anche sullo sviluppo formativo e culturale di ciò che il mercato dell’arte può rappresentare”.
Per la sua edizione d’esordio, ABQ abbandona il classico approccio fieristico e punta su un format più intimo e curatoriale: ogni galleria sarà invitata a presentare un solo artista, in uno spazio contenuto (33 mq), attorno al tema scelto da Shawky: “Becoming”. Il titolo lascia spazio a letture fluide: trasformazione, identità in mutamento, nuovi linguaggi in emersione.
Accanto a Shawky, il progetto è coordinato da Vincenzo de Bellis, direttore artistico globale di Art Basel, che descrive l’approccio come “modulare, flessibile”, con analogie alla sezione Unlimited della fiera madre a Basilea. E anticipa: “La partecipazione inizialmente prevista per circa 50 gallerie potrebbe crescere, vista la disponibilità di nuovi spazi concessi da QC+ nell’area M7.”
L’ambizione è chiara: fare di Doha un nuovo hub internazionale dell’arte contemporanea. Dopo anni di investimenti nella cultura — tra musei iconici, collezioni pubbliche e nuove istituzioni — il Qatar mira ora a inserirsi nella mappa globale delle fiere d’arte. E la scelta di Art Basel come partner strategico non è casuale.
“Oggi il Qatar ha una base di collezionisti culturalmente coinvolti. Diciotto anni fa, non era così,” racconta Sunny Rahbar (The Third Line), membro del comitato di selezione: “Ora c’è terreno fertile per una fiera di questo livello.”
Il comitato selezionerà i partecipanti insieme a Shawky e De Bellis, e include nomi chiave del panorama globale: Lorenzo Fiaschi (Galleria Continua), Daniela Gareh (White Cube), Mohammed Hafiz (Athr), Shireen Gandhy (Chemould Prescott Road), Gordon VeneKlasen (Michael Werner).
Il debutto nella regione solleva inevitabilmente il tema dei limiti espressivi in un contesto conservatore, soprattutto su temi come la nudità o l’identità queer. Ma Shawky, che vive a Doha da un anno dove ha inaugurato lo spazio Fire Station, taglia corto: “Ci sono sempre limiti, anche in Occidente. Il punto è come lavorarci dentro, senza compromessi sulla qualità.” Anche De Bellis ribadisce che non ci saranno censure governative. “Art Basel mantiene gli stessi standard in tutte le sue sedi.”
Le modalità economiche della partnership tra Art Basel e i suoi alleati qatarioti, Qatar Sports Investments (QSI) e QC+, restano riservate. Ma l’obiettivo è chiaro: creare una presenza stabile e duratura nella regione.
La coincidenza con altre due fiere importanti — India Art Fair a Nuova Delhi e Zona Maco a Città del Messico — non è passata inosservata. “È stato inevitabile, vista la disponibilità delle sedi” commenta De Bellis, che promette un maggiore coordinamento per le prossime edizioni













