
A lungo assente dalle scene, Vittorio Sgarbi torna con un articolo su Panorama dove riconosce molti meriti al personaggio Cattelan
Alzi la mano chi negli ultimi mesi non si è ritrovato a domandarsi, o a domandare: ma come sta Vittorio Sgarbi? Che fine ha fatto? Già, perché l’assenza dalle scene – televisive e anche sociali – di un personaggio altrimenti pervadente come lui non può passare inosservata. La risposta noi non ce l’abbiamo: restiamo con le informazioni di uno stato depressivo, che speriamo – comunque la si pensi – possa essere superato. Quello che sappiamo è che Sgarbi torna a farsi vivo: almeno sulle pagine di Panorama. E lo fa con un articolo dedicato alla mostra bergamasca di Maurizio Cattelan: nel quale elogia molti aspetti della personalità dell’artista.
“Tu forse non esisti, ma Cattelan sì”, scrive tra l’altro Sgarbi. Riconoscendo che l’artista è un fenomeno di portata fuori dal comune, capace di mettere al centro del dibattito le dinamiche culturali contemporanee. “Fa il gigione, Cattelan, sentendosi un novello Duchamp, ma ricorda più il Roberto Benigni di una volta… Si diverte ancora a épater les bourgeois… e questi, invece di rincularlo, lo prendono sul serio”. Osservazioni velatamente elogiative: sorprendenti, se provengono da un critico abitualmente entusiasta del Rinascimento ferrarese. E sul contemporaneo normalmente votato alla pittura figurativa, da Domenico Gnoli ad Agostino Arrivabene, per citare qualcuno.
“Più gigioneggia, più gli si riconosce del genio e più salgono le sue quotazioni di mercato”, scrive ancora il critico. Che trova il modo di assolvere Cattelan anche sulla vicenda Comedian: “Contraddizioni dentro le quali Cattelan sguazza come un Re Mida, vendendo a una cifra spropositata una banana attaccata a una parete col nastro adesivo… Ha ragione a riderci sopra, se c’è un fesso in questa storia non è certamente lui, finché ce ne saranno altri ci potrà sempre essere speranza”. Concludendo con un merito preciso riconosciuto a Cattelan: “Se ne può parlare bene o male … ma non si può negare che ci si trovi comunque davanti a un fenomeno di portata fuori dal comune, di quelli che a fare finta che non siano, si rischia di capire poco del mondo con cui si ha a che fare”.













