
La cancellazione del concerto di Gergiev avalla un principio assai pericoloso: chiunque potrà pagare dazio per le proprie idee PERSONALI
Il primo titolo che avevamo pensato per questa breve nota era: “Artista hai delle idee? Sarà meglio che te le tenga per te”. Perché il succo della questione Gergiev è questo: e prescinde dalla contingenza nelle more della quale emerge. La contingenza della quale parliamo è la seguente: la Direzione della Reggia di Caserta ha disposto l’annullamento del concerto sinfonico diretto da Valery Gergiev. Previsto nell’ambito della rassegna Un’Estate da Re per il prossimo 27 luglio nel cortile del Complesso vanvitelliano. Ed i contorni sono noti un po’ a tutti: il direttore d’orchestra russo viene censurato per le sue posizioni ritenute vicine a Putin.
Ora: già il solo sentir aleggiare il concetto di “censura” ci fa rabbrividire, ma siamo voluti andare un po’ più a fondo. Gergiev professa il suo sostegno a Putin con ruoli UFFICIALI? Se così fosse, non staremmo qui a scrivere. Ma no, non risulta che ne abbia: esprime – non sappiamo quando, né in che termini, ma poco conta – soltanto idee PERSONALI. E questo non può lasciare indifferenti quanti siano convinti della libertà dell’espressione artistica. A prescindere dalle contingenze e anche dal merito. Non conta che qui sia in ballo Putin, e cosa si pensi di questo personaggio: si tratta di opinioni personali, private, e non dovrebbero mai impattare su attività che nulla hanno a che vedere con questo.
Cerchiobottismo “doroteo”
Si creerebbe – si creerà, visto che la decisione è presa – un precedente che ci ostiniamo a definire paradossale: un artista potrebbe essere indotto a tacere le sue idee, per timore che la sua attività possa essere ostacolata da qualcuno solo perché ha idee diverse. Una situazione similare si verifica già in altri campi, come lo sport: atleti russi non invitati a competizioni solo per il fatto di essere russi. E magari – chissà? – personalmente oppositori di Putin e delle sue guerre. O, forse ancor peggio, ammessi a partecipare, ma privati della bandiera nazionale.
“L’arte è libera e non può essere censurata”. Torniamo a citare – l’avevamo già fatto – l’esordio di una precedente nota del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Principio sacrosanto, che però lo stesso Giuli poi ampiamente smentisce. Rinverdendo un cerchiobottismo “doroteo” che speravamo di aver seppellito con la fine della Balena Bianca.
“La scelta libera e insindacabile assunta dalla Direzione della Reggia di Caserta trova il mio pieno e convinto sostegno”, scrive oggi il ministro. “Pur nel rispetto dovuto alla eccezionale qualità artistica dell’evento, l’annullamento del concerto diretto dal maestro Gergiev, anche alla luce di una sopraggiunta strumentalizzazione ideologica di parte, obbedisce a una logica di buon senso e di tensione morale volta alla protezione dei valori del mondo libero“. Buon senso? Negare a chicchessià di rivendicare liberamente le proprie idee dovrebbe passare per buon senso? E quali “valori del mondo libero” minaccerebbe mai un signore che agita una bacchetta da un podio?













