
Tra i centri di produzione artistico-performativa più interessanti in Italia, Centrale Fies intreccia le proprie attività con realtà locali, nazionali e internazionali
A pochi chilometri da Dro (TN) si trova l’imponente architettura della Centrale di Fies, un’ex centrale idroelettrica sul fiume Sarca. Costruita nel 1909, fu poi rimodellata a forma di castello/fortezza per proteggerla dagli attacchi arei durante la guerra. Questo sito di archeologia industriale è immerso nella natura selvaggia del Trentino. Tra boschi, vigneti e le rocce delle Marocche (una singolare formazione con enormi massi di epoca post-glaciale). La Centrale Fies è un luogo speciale, sede di un festival pluriennale di “performing arts”, in cui nascono opere e si scambiano idee.
Tra i centri di produzione artistico-performativa più interessanti in Italia, Centrale Fies ha scelto di abitare un territorio di confine: un avamposto culturale capace di intrecciare le proprie attività con realtà locali, nazionali e internazionali. Nel corso dell’anno questa traiettoria prende forma in una costellazione di appuntamenti diffusi, intensi e trasversali: residenze artistiche, produzioni, studio-visit, workshop e pratiche di co-learning che attraversano discipline diverse, dall’antropologia alla poesia, dalla storia all’etnografia. Mantenendo sempre un legame vivo con le pratiche performative. Lontana dalle narrazioni mainstream, Centrale Fies invita a uno sguardo alternativo sul mondo, risemantizzando concetti, parole e immagini.

RADICAL LOVE è il titolo dell’ultima tappa della trilogia dedicata al tema universale dell’amore, inteso in tutte le sue forme e sfaccettature. Il progetto esplora le arti performative contemporanee, presentando al pubblico estivo i lavori di compagnie teatrali e di artisti che hanno coltivato con il luogo relazioni profonde e residenze di ricerca. Il programma racconta anche l’impegno a lungo termine di Centrale Fies nel sostenere pratiche artistiche innovative e relazioni decennali con compagnie italiane, come nel caso di FIES FACTORY, con open studio e incontri, per indagare la trasformazione continua delle pratiche artistiche e delle connessioni affettive, sociali e relazionali.
Sui sentieri
Il percorso si apre con la mostra Undomesticated Ground (a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna), una rassegna ispirata all’opera di Stacy Alaimo. Da Madre Terra a Madre Natura, le donne sono state associate alla natura per secoli. Le femministe, rifiutando il modo in cui tale rappresentazione mostra le donne controllate da potenti forze naturali e confinate nello spazio domestico, hanno cercato di prendere le distanze da questa interpretazione, a favore di uno spazio indisciplinato e disobbediente, sia dal punto di vista sociale, che economico e politico.

Per il week end di chiusura (24-27 Luglio) Centrale Fies propone una serie di intense performance e interventi artistici che si svolgono nei suggestivi spazi della ex-centrale idroelettrica. Tra questi il gruppo GRANDI MAGAZZINI CRIMINALI con Ogni creatura è un popolo, interroga la scena come eredità e spazio di guerra. SOTTERANEO propone Il Fuoco Era La Cura, liberamente ispirato a FAHRENHEIT 451 di Ray Bradbury. CollettivO CineticO, crea Look Closer (open studio di Abracadabra), azione in cui voce e grafia sono sostanza di una parola spogliata dall’informazione e affidata all’incantesimo.
A conclusione la performance Darkness Picnic di DOM, condurrà il pubblico in un percorso a piedi su sentieri delle montagne circostanti. Ispirato al film cult di Peter Weir Picnic ad Hanging Rock, si tratta di un pic-nic sul ciglio della notte e in mezzo al bosco. Un bivacco temporaneo per racconti notturni, un gesto del camminare e del nomadismo che sottolinea il tema dell’abitare leggero nello spazio pubblico.














