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Hauser & Wirth sbarca (anche) a Palo Alto: il futuro dell’arte tra miliardari e algoritmi

Vista esterna, sede di Hauser & Wirth Palo Alto, 2025. Foto: Jon McNeal Photography
Vista esterna, sede di Hauser & Wirth Palo Alto, 2025. Credits: Jon McNeal Photography
Nel cuore pulsante della Silicon Valley, Hauser & Wirth ha deciso di aprire la sua nuova galleria: Palo Alto, un contesto elitario e iper-connesso, spesso paragonato a New York per dinamismo e capacità di attrarre collezionismo di alto livello (ha infatti la più alta concentrazione di milionari e miliardari al mondo), ma con un clima migliore e una cultura visiva sempre più attenta al contemporaneo.

Nel 2026, la mega-galleria internazionale aprirà il suo primo spazio nella Bay Area, riportando i riflettori su una regione che, nonostante la ricchezza estrema, ha visto negli ultimi anni più chiusure che aperture nel settore. Proprio qui, infatti, Pace Gallery aveva alzato bandiera bianca nel 2022.

Hauser & Wirth raccoglie ora quella sfida. E lo fa con ambizione: lo spazio sarà ricavato da un ex ufficio postale in Hamilton Avenue, a due passi dalla Stanford University. A firmare il progetto di ristrutturazione, l’architetto Luis Laplace, già artefice di altre sedi della galleria in Europa e negli Stati Uniti.
Sarà il terzo spazio californiano per H&W, dopo Los Angeles e West Hollywood. Ma Palo Alto non è una scelta ovvia. È una scommessa consapevole su un collezionismo potente, ma discreto, che vive lontano dai riflettori delle fiere globali, ma che muove capitali enormi.

Secondo l’US Wealth Report, la Bay Area vanta un numero di milionari e centimilionari paragonabile a quello di New York City, e addirittura più miliardari. Qui vivono, tra gli altri, Laurene Powell Jobs, Larry Ellison, Marc Andreessen, Komal Shah. Ed è proprio Komal Shah, figura chiave tra i collezionisti della zona, a commentare così l’arrivo di Hauser & Wirth: “C’è una cultura silenziosa del collezionismo nella Bay Area. Hauser lo sa, e sa anche come entrare in un luogo e dargli energia”.

Un entusiasmo che lascia intuire quanto il progetto sia stato pensato con attenzione. A differenza di Pace, la cui presenza a Palo Alto era nata come temporanea, Hauser & Wirth arriva con intenzioni di lungo periodo, forti relazioni locali e un programma culturale più ampio rispetto alla semplice vendita di opere.

La domanda però resta: dovrà affrontare le stesse difficoltà che portarono alla chiusura i suoi predecessori? O saprà trasformare la Silicon Valley nel suo nuovo epicentro? Una cosa è certa: in un mondo dell’arte che cambia rapidamente, chi vuole restare fermo ha già perso. Hauser & Wirth, invece, punta dritto verso il futuro.

 

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