
Nell’Egitto occidentale un’importante scoperta archeologica riporta alla luce una città risalente al primo periodo copto, tra il III e il VII secolo d.C., situata nell’Oasi di Kharga. L’annuncio arriva dal Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità, che ha reso noto il ritrovamento di strutture abitative in mattoni crudi, tombe, chiese e un affresco raffigurante Gesù intento a guarire i malati.
Il sito, riportato alla luce da una missione del Consiglio Supremo delle Antichità, comprende anche grandi contenitori in terracotta per la conservazione di grano e alimenti, resti di forni, frammenti ceramici, oggetti in vetro e pietra, oltre a luoghi di sepoltura. Particolarmente significative le due chiese rinvenute: la prima, di impianto basilicale, è caratterizzata da una navata centrale con due laterali; la seconda, di dimensioni più contenute e forma rettangolare, presenta iscrizioni copte sulle pareti interne.
Secondo il Ministero, il sito fu abitato inizialmente nel III secolo a.C., in epoca tolemaica. Nei secoli successivi si trasformò in un centro urbano e in un punto di riferimento per la vita cristiana, durante il passaggio dalle religioni tradizionali al Cristianesimo. Molti edifici antichi vennero riutilizzati nei periodi successivi, testimoniando una stratificazione culturale di grande interesse.
Per il ministro Sherif Fathy, la scoperta “arricchisce la conoscenza delle trasformazioni religiose in Egitto” e sottolinea “la complessità culturale e la coesistenza che hanno caratterizzato la civiltà egizia“. Anche Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha evidenziato il ruolo delle oasi occidentali come poli fondamentali della vita sociale e religiosa nel corso dei secoli.













