
L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan ha rimpatriato più di trenta reperti archeologici nei rispettivi Paesi di origine — Spagna, Italia e Ungheria — segnando un nuovo capitolo nella lotta al traffico illecito di beni culturali.
Il risultato è frutto del lavoro dell’Unità per il traffico di antichità, creata nel 2017 e guidata dal procuratore distrettuale assistente Matthew Bogdanos, che in questi anni ha coordinato indagini di alto profilo sotto la supervisione del procuratore Alvin Bragg. Le operazioni hanno colpito figure di primo piano nel commercio illecito, da Giacomo Medici a Giovanni Franco Becchina, fino a Robin Symes, Robert Hecht ed Eugene Alexander.
Tra i beni restituiti all’Italia spicca una testa in marmo del I secolo d.C. raffigurante Alessandro Magno come Helio, rubata da un museo archeologico di Roma dopo essere stata rinvenuta nella Basilica Emilia del Foro Romano. In Ungheria è tornato un manoscritto gesuita del 1675, sottratto durante la Seconda guerra mondiale e individuato a inizio anno presso un venditore di libri rari di New York. Alla Spagna sono stati riconsegnati pendenti visigoti del VI secolo d.C., trafugati e successivamente acquistati dal Met nel 1990; i pezzi erano stati sequestrati proprio al museo nei mesi scorsi.
L’ufficio del procuratore ha inoltre reso noto di aver confiscato 295 oggetti attribuiti al traffico di Edoardo Almagià — per un valore stimato di oltre 6 milioni di dollari — e che l’uomo è attualmente in attesa di estradizione dall’Italia.














