
Maga, custode di segreti e illusioni, simbolo di libertà e ribellione. Fata Morgana torna a ispirare racconti e visioni in una mostra che intreccia arte, misticismo e storia: “Fata Morgana: memorie dall’invisibile”, ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi sarà a Palazzo Morando dal 9 ottobre al 30 novembre 2025, con la curatela di Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini.
Il progetto nasce dal legame tra il palazzo milanese e la contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini che, tra Otto e Novecento, raccolse una vasta biblioteca di testi esoterici, oggi conservati alla Biblioteca Trivulziana. Da questo contesto prende forma un percorso che indaga come l’arte abbia dialogato con l’occulto, lo spiritismo e la ricerca di dimensioni invisibili.
Al centro dell’esposizione spicca un nucleo di sedici opere di Hilma af Klint, pioniera dell’astrazione che agli inizi del Novecento sviluppò un linguaggio visionario guidata da esperienze medianiche. È una rara occasione per vedere in Italia lavori fondamentali della sua prima fase di sperimentazione automatica, oggi oggetto di un rinnovato interesse internazionale.

Accanto alle tele di af Klint trovano spazio opere e documenti di figure storiche come Georgiana Houghton, Emma Kunz, Linda Gazzera, Hélène Smith, Carol Rama, Man Ray e Victorien Sardou, poste in dialogo con artisti contemporanei che hanno affrontato gli stessi temi con nuovi linguaggi: da Judy Chicago a Chiara Fumai, da Diego Marcon a Marianna Simnett.
Non si tratta di una mostra sul soprannaturale, ma di una riflessione su come pratiche considerate marginali abbiano spesso scardinato le convenzioni dell’arte e della società. Tra diagrammi psichiatrici ottocenteschi, fotografie spiritiche e testimonianze di sedute medianiche, “Fata Morgana” compone un mosaico che attraversa storia e immaginazione, mettendo in discussione il confine tra razionale e irrazionale.
“Con “Fata Morgana” – osserva Beatrice Trussardi – esploriamo il potere perturbante di ciò che sfugge alla vista, in un momento storico in cui la ricerca di nuove spiritualità e dimensioni interiori torna a farsi sentire con urgenza.”
Per Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, il progetto conferma la vocazione di Palazzo Morando a essere non solo un luogo di memoria storica, ma anche uno spazio capace di accogliere proposte innovative e sperimentali.
Con oltre cinquanta protagonisti tra artiste, artisti, mistiche e visionari, la mostra si presenta come un atlante dell’immaginario nascosto, un viaggio tra passato e presente che porta l’arte a confrontarsi con ciò che sfida la logica ma continua a generare creatività.














