
“Voglio approfittare al massimo quello che mi è stato dato”, aveva dichiarato alla CNN nel 2015: Robert Redford, attore e regista, icona di film come “Butch Cassidy” e “Tutti gli uomini del presidente”, si è spento a 89 anni
Robert Redford, una delle icone più amate del cinema mondiale, è morto oggi all’età di 89 anni. La notizia è stata confermata dal suo portavoce, Cindi Berger. Protagonista di pellicole indimenticabili come Butch Cassidy (1969), Tutti gli uomini del presidente (1976) e Proposta indecente (1993), Redford è stato anche un regista acclamato, vincitore di due Oscar per Gente comune (1980) e autore di opere come L’uomo dei sogni (1992).
La sua carriera leggendaria lo ha portato a fondare il Sundance Institute, organizzazione non profit dedicata al sostegno del cinema indipendente e nota per l’omonimo festival che ha lanciato registi come Quentin Tarantino e Steven Soderbergh. Oltre al cinema, Redford è stato un ambientalista appassionato, trasferendosi sulle montagne dello Utah nel 1961 e battendosi per la preservazione del paesaggio naturale americano. Le sue ultime apparizioni risalgono a Our Souls at Night (2017, Netflix), L’ultima rapina (2018) – da lui definito il suo ultimo film da attore – e un cameo in Avengers: Endgame (2019). “La pensione significa smettere o rinunciare a qualcosa. Ma la vita va vissuta fino in fondo”, dichiarò alla CBS nel 2018.
Nato a Santa Monica (California) nel 1936, Redford crebbe in una famiglia modesta. Dopo la prematura scomparsa della madre e una breve esperienza come giocatore di baseball all’Università del Colorado, scoprì la passione per l’arte durante un viaggio in Europa. Al suo ritorno, studiò recitazione all’American Academy of Dramatic Arts di New York, debuttando in televisione nel 1959 in Perry Mason. Il successo arrivò con la commedia Barefoot in the Park a Broadway (1963), ma fu il western Butch Cassidy and the Sundance Kid (1969) a renderlo una star. Il sodalizio artistico con Paul Newman – con cui recitò anche in La stangata (1973) – è entrato nella storia del cinema. Redford dominò il decennio dei ’70 con film come Il candidato (1972), La stangata (1973), Il grande Gatsby (1974) e Tutti gli uomini del presidente (1976), dove interpretò il giornalista Bob Woodward affiancato da Dustin Hoffman. La sua lotta per l’indipendenza creativa lo portò a scontrarsi con gli studios, preludio della sua futura carriera da regista. Nel 1980 diresse Gente comune, dramma familiare che vinse 4 Oscar, inclusi miglior film e miglior regia. Nel 1981 fondò il Sundance Institute, rivoluzionando il cinema indipendente. Il festival lanciò talenti come Tarantino (Le iene, 1992) e Coogler (Fruitvale Station, 2013). Sebbene spesso etichettato come “sex symbol”, Redford rifiutò sempre i cliché di Hollywood. “Mi sentivo intrappolato in quel ruolo”, confessò. La sua filmografia riflette una costante ricerca di storie controcorrente, dal giornalismo d’inchiesta (Tutti gli uomini del presidente) alla critica sociale (Quiz Show). Nel 2020 perse il figlio David, morto di cancro a 58 anni. Poche settimane dopo, scrisse un appello sulla CNN per denunciare l’emergenza climatica durante gli incendi in California. “La natura è stata la mia guida”, disse alla CNN nel 2015. “Voglio spingermi oltre, provare cose nuove. È questo che dà vita alla vita”.
Robert Redford, una vita per l’arte
Celebrato come una leggenda del cinema, Redford iniziò la sua carriera come pittore. Da giovane, dopo aver lasciato l’università, viaggiò in Europa per dedicarsi alla pittura, trascorrendo tempo tra l’Italia e la Francia, assorbendo le luci, i paesaggi e l’atmosfera e dedicandosi al disegno. I suoi dipinti riflettono una profonda connessione con i paesaggi dell’American West, dove l’attore scelse di vivere: cavalli selvaggi, bufali, canyon e orizzonti sconfinati, rivisto attraverso una lente di Realismo espressionista; pennellate gestuali e una palette di colori terrosi per catturare l’essenza e l’energia della natura. Pur mantenendo questa produzione piuttosto privata, Redford ha esposto in prestigiose gallerie e musei, come il National Museum of Wildlife Art.













