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“Rememory”: anticipazioni dalla Biennale di Sydney firmata da Hoor Al Qasimi

Hoor Al Qasimi
Hoor Al Qasimi
La 25a edizione della Biennale di Sydney, in collaborazione con la Fondation Cartier e affidata alla curatrice-star Hoor Al Qasimi, si intitolerà “Rememory”: un’enfasi senza precedenti alla voce degli artisti Indigeni e alla lotta contro l’oblio

SYDNEY – La Biennale di Sydney, l’appuntamento d’arte contemporanea più atteso dell’Australia, ha svelato oggi il nome dei protagonisti della sua 25a edizione, in programma dal 14 marzo 2026. Con una lista che riunisce oltre 60 artisti, collettivi e gruppi da ogni angolo del globo, la manifestazione si prepara a essere una delle più politicamente rilevanti della sua storia, sotto la guida della curatrice di fama internazionale Hoor Al Qasimi.

Il titolo scelto, “Rememory” (termine coniato dalla premio Nobel Toni Morrison nel suo capolavoro Beloved), funge da bussola concettuale per l’intera rassegna. Il concetto si riferisce al processo collettivo e frammentario di ricordare eventi traumatici del passato, una lotta attiva contro la cancellazione storica e culturale. “Lavorando con gli artisti per dare vita a ‘Rememory’, sono colpita dalla profonda attualità di questa edizione. Questa edizione sembra particolarmente presente, persino insistente – un paradosso, forse, poiché ‘Rememory’ si rivolge alle storie scritte, visive e orali della cultura, del contesto, della famiglia e del paese“, ha dichiarato la curatrice, presidente e direttrice della Sharjah Art Foundation e fresca della curatela della Triennale di Aichi in Giappone.

Le voci indigene

Se la Biennale di Sydney ha sempre dedicato spazio all’arte indigena, l’edizione 2026 segna un’accelerazione decisiva. In partnership con la Fondation Cartier pour l’art contemporain, saranno realizzate 15 nuove commissioni per vari artisti, tra cui spiccano nomi come Edgar Calel (Guatemala), Warraba Weatherall (Australia) e Gabriel Chaile (Argentina/Portogallo), mirando a portare le voci e le prospettive delle comunità native al centro del dialogo artistico globale.

Gli altri artisti in scena

Accanto alle partecipazioni “native”, la lista presenta una solida rappresentanza di artisti habitué delle grandi rassegne internazionali: Emily Jacir (artista palestinese vincitrice del Leone d’Oro a Venezia nel 2007) e Tuan Andrew Nguyen (vincitore nel 2023 del celebre “genius grant” della MacArthur Foundation). E ancora: l’artista concettuale Kapwani Kiwanga (Canada/Francia), il collettivo di ricerca architettonica palestinese DAAR, la libanese Joana Hadjithomas & Khalil Joreige, e l’artista statunitense Michael Rakowitz, noto per le sue esplorazioni sulla perdita del patrimonio culturale. Qui, l’elenco completo.

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