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Scrittura come colore. Kókkora, libro d’artista di Piero Dorazio

Piero Dorazio, Kókkora, Maretti Editore Piero Dorazio, Kókkora, Maretti Editore
Piero Dorazio, Kókkora, Maretti Editore
Piero Dorazio, Kókkora, Maretti Editore
Maretti Editore ripubblica il libro d’artista uscito a St. Gallen nel 1987, che realizza la felice comunione di linguaggio pittorico e verbale

Maretti Editore ripropone nella sua totalità, dopo l’edizione pregiata Erker/Aras a tiratura limitata pubblicata a St. Gallen nel 1987, Kókkora di Piero Dorazio, esemplare libro d’artista realizzato dall’autore-pittore. A cura di Alexandra Zingone, il volume è riprodotto nell’impaginato originale e contiene, oltre a un testo dell’artista intitolato La storia del gallo e della pazienza (Lindos/Todi, 1980), otto litografie eseguite su pietra, nella stamperia della Erker Press.

L’opera realizza la felice comunione di linguaggio pittorico e verbale, dando conto dell’approccio di Dorazio alle parole che, diceva in una conversazione con il critico Giuseppe Appella, “come i suoni e i colori evocano dal profondo passioni, sensualità e follia: se si trova il modo di combinare quelli giusti, istinto e sentimento si trasformano in emozione, in poesia”.

 

Piero Dorazio, Kókkora, Maretti Editore
Piero Dorazio, Kókkora, Maretti Editore
Colore come struttura

Figura chiave dell’astrattismo italiano del secondo dopoguerra, Dorazio (Roma, 1927 – Perugia, 2005) ha dedicato tutta la sua carriera a esplorare il colore come struttura portante del linguaggio pittorico, capace di generare spazio, luce e ritmo. Un mezzo autonomo di espressione, svincolato dalla rappresentazione del mondo visibile, che specialmente dalla fine degli anni Cinquanta in avanti si organizza in trame di linee, griglie e intrecci cromatici, dove ogni tonalità è scelta in funzione di un equilibrio ottico e percettivo, ma allo stesso tempo conserva una forza emotiva e spirituale.

Ma il colore è anche la cifra primaria della scrittura – sottolinea Zingone nel testo che accompagna la nuova pubblicazione – la marca, costituisce l’ossatura, è l’idea-struttura stessa del racconto”. E come in un inafferrabile gioco di versi liberi, il registro narrativo richiama continuamente le composizioni cromatiche, generando un dialogo sintonico tra testo e tavole litografiche, un legame intimo e di mutua reciprocità con il peculiare universo pittorico dell’artista, basato sulla costruzione di “textures variegate” (Gillo Dorfles) e dove il gioco della luce e il rigore compositivo raggiungono effetti di sorprendente intensità.

 

Piero Dorazio, Kókkora, Maretti Editore
Piero Dorazio, Kókkora, Maretti Editore
Dimensione narrativa e dimensione visiva

Kókkora è un raro racconto di Dorazio, ambientato a Lindos, nell’isola di Rodi, un tempo la città più splendida e celebre per la sua vitalità, ora posto di vacanze, si legge nell’incipit, un po’ primitivo e un po’ moderno in cui si mescolano la cultura omerica dei contadini e quella moderna dei Clubs Méditerranèes. Lì la notte è profonda e tenebrosa e quando il cielo e il mare si immergono, confondendosi uno nell’altro, appaiono mille e mille stelle che, come un magico carosello, girano tutte insieme. Nell’oscurità il canto di un gallo disturba la quiete di Piero e Giulia, con una scarica violenta di suoni acutissimi che penetrano dappertutto.

Mentre le ore trascorrono insonni, anche l’ultimo rigo inciso all’orizzonte si tinge di tutte le sfumature del bleu: quello oltremare, immobile e denso, quello di Prussia, il Windsor e il cobalto scuro. Poi, appena il buio volge alle prime luci dell’alba, le stese intense e marcate di colore virano sui toni del viola, dell’arancio e del giallo. Dimensione narrativa e dimensione visiva non sono per Dorazio due linguaggi contrapposti, bensì complementari ed è facile il salto da una suggestione all’altra man man che si sfogliano le pagine di questo prezioso libro d’artista pubblicato per la prima volta nel 1987, ma il cui testo risale al 1980, anno in cui in ambito pittorico l’autore produce due oli su tela identicamente intitolati: Kókkora I e Kókkora II.

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