
Un’opera finora sconosciuta di Edgar Degas, Giovane italiana: Ritratto presunto della Contessa di Castiglione, è stata ufficialmente autenticata da Michel Schulman, esperto dell’artista e curatore del catalogo ragionato digitale a lui dedicato. Il dipinto, realizzato tra il 1858 e il 1859 durante il soggiorno italiano di Degas, getterebbe nuova luce sul periodo di formazione del pittore e sul suo passaggio dall’accademismo a uno stile più intimo e psicologico
L’opera, di notevoli dimensioni (153 x 105 cm), è rimasta per oltre un secolo e mezzo in una collezione privata romana, appartenuta ad Antonio La Rocca, noto per la sua attenzione agli italiani di Parigi. A svelarne l’identità è stato un lavoro multidisciplinare che ha unito analisi scientifiche – condotte dal laboratorio Emmebi Diagnostica Artistica di Roma e dall’Università di Bologna –, studio stilistico comparato e l’uso dell’intelligenza artificiale per l’indagine preliminare.
Un indizio nel gesto: il “digitus rigidus”
Ciò che ha colpito gli studiosi è la presenza, nel dipinto, di un dettaglio rivelatore: l’indice destro rigido – il cosiddetto digitus rigidus – che la Contessa di Castiglione ostentava in tutti i suoi ritratti fotografici. Un gesto unico, quasi una firma non scritta, che Degas avrebbe riprodotto con precisione, suggerendo un incontro diretto o l’accesso a celebri scatti della nobildonna realizzati dal fotografo Pierre-Louis Pierson, Virginia Oldoini. La Contessa di Castiglione, figura affascinante e abile diplomatica del Risorgimento italiano, visse a Torino tra il 1858 e il 1861, dopo essere caduta in disgrazia alla corte di Napoleone III. Proprio in quegli anni, tra il 1856 e il 1860, Degas compì il suo viaggio di formazione in Italia, transitando per Torino nel 1859, in coincidenza con la permanenza della Castiglione. Il dipinto potrebbe essere nato in quel contesto, come testimonianza di un dialogo tra due personalità eccezionali.
Schulman definisce l’opera “una tappa decisiva” nel percorso di Degas. La luce che avvolge la figura, la gestualità carica di tensione, lo sfondo scuro con sciabole incrociate – forse un riferimento alle trame politiche della nobildonna – rivelano un artista già capace di fondere forma e introspezione. Un’anticipazione della modernità che di lì a poco avrebbe caratterizzato i suoi capolavori parigini. Il dipinto, registrato con il codice MS-2728 nel catalogo digitale di Schulman, sarà al centro di una pubblicazione scientifica internazionale e potrebbe essere esposto in una grande mostra dedicata al periodo italiano di Degas, in programma per il 2026.










