Eclettismo a Colori. 32 pastelli su carta che ritraggono edifici costruiti da grandi architetti milanesi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo come Camillo Boito e Luigi Brogli.
32 pastelli su carta di Giovanni Franzi che ritraggono edifici costruiti da grandi architetti milanesi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Il pittore rivisita le opere di Camillo Boito, Luca Beltrami, Luigi Broggi ed altri, dando a ognuna di queste costruzioni un colore, un carattere e un’anima. Per la prima volta ciascun disegno è completato da una didascalia che illustra il percorso mentale con il quale l’artista ha approcciato ogni tavola;righe brevi e molto personali, scritte di getto, un secondo disegno in parole che incornicia e completa ogni quadro.
Giovanni Franzi (Berlino – 1960). Pittore autodidatta, vive e lavora a Milano.
I temi delle sue opere, oltre a pitture di grande formato per scenografie teatrali, mettono a fuoco nei disegni di alberi antropomorfi, nei ritratti di cavalli e persone, nei dipinti fumettistici di alienazione domestica, il rapporto individuo-ambiente.
Di particolare interesse le rielaborazioni di architetture e monumenti di Milano distorte con un fish-eye e un grandangolo immaginari.
In catalogo testi critici di Jean Blanchaert, Maria Canella, Lorenzo Pavolini e Achille Saletti, progetto grafico a cura di Carlo Lazzati per TML Comunicazione.
Suggerisce la storica Maria Canella un’insolita chiave di lettura al lavoro di Giovanni Franzi:
“L’intreccio tra arte, cultura e creatività sono in questo momento un soggetto fragilissimo, che ha bisogno di particolare attenzione specie nei contesti urbani. E parlando di città e di creatività, non è mai scontato ricordare alcune frasi di Italo Calvino tratte da Le città invisibili: “Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merce, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi”. Nelle sue pagine Calvino non ci offre solo una rappresentazione letteraria, ma anche e soprattutto suggerisce un’idea di quanto la città sia complessa e di quanto essa possa essere corpo e rete, un corpo vivo e in forte trasformazione, denso di contraddizioni, nel quale però il vero riscatto è dato dal senso civico, dal senso di appartenenza, di orgoglio locale e di cittadinanza. Questo senso di cittadinanza s’incarna nelle architetture, nei contesti, nelle piazze urbane, nel paesaggio rispettato, nelle scuole, nei parchi e in quei luoghi che facilitano l’incontro con gli altri, dove il costruito è strumento di mediazione tra le diversità. Sono spazi urbani comuni, eppure percepiti come propri e da proteggere, proprio in quanto condivisi. Sono le architetture e gli spazi che Giovanni Franzi ha scelto come soggetto dei suoi disegni, riportando la città nel suo ruolo di protagonista e non di semplice scenario della vita urbana e della contemporaneità.”
Spiega Achille Saletti, presidente di SAMAN, le ragioni di questa collaborazione fra l’artista e la storica Associazione che da trent’anni opera nel mondo del Non profit:
“Esistono molte variabili all’interno del mondo Non profit, nella ricerca di sponsorizzazioni o di raccolta fondi. Saman, nella sua storia, ha sempre cercato di armonizzare la cura dell’altro con la dimensione dell’arte che diventi cura essa stessa. Ieri con Alda Merini oggi con Giovanni Franzi. Franzi ha aderito, come a suo tempo hanno fatto altri artisti, accettando la nostra ospitalità, devolvendo parte consistente di quanto si riuscirà a realizzare ma soprattutto condividendo, con noi, l’idea tutt’altro che balzana per cui la cura delle malattie dell’anima non possa prescindere dalla tensione ( educazione ) verso il bello. Un principio educativo a cui teniamo molto, rinvenendo nelle fragilità umane che incontriamo nel nostro mestiere, un desiderio mai sopito di bellezza. In chiave psicologica decifrabile come ricerca di maggiore consapevolezza ed in chiave emotiva come ricerca interiore di una estetica armoniosa. E quindi la scelta dei palazzi di Franzi non è scelta casuale: la sua rivisitazione può essere assimilata al lavoro che uno psicoterapeuta conduce insieme al suo paziente: il rigore simmetrico nei palazzi di Giovanni Franzi si fa rotondo alla pari di un carattere spigoloso che si smussa nella relazione terapeutica. C’è un filo conduttore tra ciò che facciamo in comunità e ciò che proponiamo con questa mostra, allo spazio Energolab. Una curiosità per l’esistente che, parafrasando il filosofo Salvatore Natoli, non dovrebbe essere cosa “che si può assumere a propria discrezione”. Al contrario rappresenta la direttrice ultima che conduce le nostre azioni attraverso gli occhi nel caso dell’artista e l’ascolto nel caso nostro. “
Vernissage | giovedì 14 febbraio 2013 ore 18,00
Spazio Energolab | via Plinio, 38, Milano
Orari: dal lunedì alla domenica dalle 12,00 alle 21,00
Ingresso libero
Catalogo | progetto grafico a cura TML comunicazione, Milano | 36 pagine