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Pier Paolo Calzolari e Hans-Peter Feldmann da Massimo Minini

Un altro duetto nella celebrazione dei quarant’anni che prevede, tra le altre cose, la pubblicazione
di un libro di cinquecento pagine sulla nostra attività. Diciamo che stiamo costruendo una stagione dove le mostre sono curate da noi, a differenza di tutte le precedenti dove il protagonista ed unico arbitro delle scelte era l’artista, seppur in discussione con la galleria o un curatore. Così il divertissement continua, questa volta con due artisti della stessa generazione, due pionieri dei loro rispettivi movimenti, due protagonisti della prima ora dell’arte povera italiana e concettuale europea, apparentemente divergenti nei risultati.

Hans-Peter Feldmann (Dusseldorf, 1941) ha sviluppato un concettualismo ironico, un lavoro che si basa su serie, ripetizioni, raccolte di immagini quotidiane, anche banali, in fondo non lontano dall’attitudine che era di Peter Roehr, anche lui tedesco, che sviluppava film e video con ripetizioni di immagini della pubblicità, della vita, del cinema, della nascente televisione. In questo due artisti vicini a Warhol.
Pier Paolo Calzolari (Bologna, 1943) viene da una matrice informale. Non dimentichiamo che Bologna è la città di Francesco Arcangeli e quando nasceranno Marcatrè, il Verri, le grandi mostre poveriste, Calzolari si trova in bilico tra il desiderio di scappare dalla materia e il bisogno di utilizzare la stessa in modi nuovi, con linguaggio diverso, per arrivare ad esiti opposti a quelli dei suoi padri spirituali.

In mostra avremo dunque la ironica levità di Feldmann, che espone quindici dipinti con onde marine, assolutamente banali, quei dipinti che si acquistano d’estate alle aste e che, presi singolarmente, sono kitsch, mentre accostati formano un’opera d’avanguardia, se ci passate il termine.
Di Feldmann avremo anche Cento anni, un lavoro fondamentale con centouno ritratti di persone, da zero a cent’anni appunto, una galleria di casi umani dove il tempo che passa inesorabilmente viene condensato. La cavalcata di un secolo in pochi istanti raramente era stata così drammaticamente inesorabile.

Di Calzolari esporremo quattro importanti opere dei primissimi anni: il letto con la rosa e la lavagna; il grande piombo a muro con il proiettore, la torcia, il magnetofono; il grande feltro di tre metri con il filo d’oro, la rosa, il proiettore… Quattro grandi edizioni di soli quindici esemplari che riassumono, nei modi, nei materiali, nei contenuti, il lavoro e le ragioni di un poverismo delle attitudini e della ricchezza di contenuti.

Massimo Minini

La galleria è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.30, sabato dalle 15.30 alle 19.30


GALLERIA MASSIMO MININI
Via Apollonio 68
25128 Brescia – Italy
T: +39.030.383034
F: +39.030.392446
info@galleriaminini.it
www.galleriaminini.it

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