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Ghitta Carell alla Fondazione Pastificio Cerere

Fotografava solo ‘il meglio’: aristocratiche con figli e cani aristocratici, poeti, scrittrici, dive intellettuali, generali, gerarchi, membri di case regnanti. Fotografava solo gente bellissima o che lei riusciva a rendere bellissima: le sue donne sembravano sempre regine inavvicinabili eppure dolcissime, i suoi uomini forti intelligenti, dominatori. È naturale che Ghitta Carell fosse, soprattutto negli anni Trenta italiani, la fotografa di moda, la ritrattista più ricercata.
Natalia Aspesi

La Fondazione Pastificio Cerere presenta, da giovedì 18 aprile a venerdì 17 maggio 2013, un’ampia retrospettiva dedicata alla celebre ritrattista Ghitta Carell (1899-1972), a cura di Diego Mormorio – affiancato da un comitato scientifico composto da: Ottavio Celestino, Flavio Misciattelli, Stefano Palumbo e Marcello Smarrelli – con oltre 150 fotografie che restituiscono la testimonianza della storia di un’epoca attraverso i suoi protagonisti, dagli anni Trenta agli anni Cinquanta.

La mostra, voluta e sostenuta da Elsa Peretti Presidente delle Fondazioni Nando e Elsa Peretti, in collaborazione con la Fondazione 3M che ha fornito per l’occasione la maggior parte del patrimonio fotografico, vuole contribuire a riconsiderare la figura di Ghitta Carell all’interno della vitalità della fotografia italiana – e più in generale della cultura – affrontando, da una parte il tema del ritratto come questione fondamentale nella storia della rappresentazione visiva e come punto nodale dell’arte moderna, e dall’altra esaminando la produzione dell’artista all’interno degli sviluppi socio-antropologici dell’Italia del periodo in cui ha operato.

giovedì 18 aprile 2013, ore 11.00
GHITTA CARELL
e il potere del ritratto

Fondazione Pastificio Cerere
Roma, via degli Ausoni 7

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