“Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima”
(V. Kandinsky)
“Fuori dallo spazio e dal tempo” avvolti tra matematiche astrazioni stagliate sull’eterno silenzio del Nero: così comincia la cavalcata espositiva milanese del “Blaue Reiter” Vassily Kandinsky (1866-1944) a piano terra di Palazzo Reale, storditi dalla sinfonia pittorica delle armonie cromatiche da far “vibrare l’anima” della sala d’ingresso, immersi tra le pitture parietali 7 metri per 4 riproducenti l’originale decorazione della sala ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung di Berlino del 1922. Altro che Autunno Americano, a Milano cala l’Inverno Russo sulle note geometriche miscelate alla “infinita potenza” del colore della lirica astratta di Kandinsky composta per far emergere il “suono interiore della forma”, lo Spirituale nell’Arte. Una “grande retrospettiva monografica”, una “campagna d’Italia” del maestro russo lunga 4 mesi (ritiro previsto il 27 aprile 2014), soltanto 6 anni dopo l’esposizione sulla “relazione” tra Vassily e l’astratto nostrano tra 1930-1950 sempre a Palazzo Reale.
Ritorno a Milano con un’ottantina opere dal Pompidou di Parigi suddivise in ordine cronologico in 4 sezioni espositive lungo 8 sale, con capolavori per ogni stagione artistica. Un viaggio “artistico e spirituale” che parte dagli anni di ricerca monacensi (1896-1914), fatti da paesaggi tardo-impressionisti e tempere simboliste (Venezia n° 4 – 1903, Il Parco di Saint Cloud – 1906, Canzone – 1906 e Improvvisazione III del 1909 dove si materializza un cavaliere verde-azzurro che si impenna nella violenza dei toni fauves, 2 anni prima del Der Blaue Reiter), si “espande” (come vuole il lirismo del pittore, “pathos che non conosce ostacoli“) al ritorno forzato in Russia (1914-1921) (Nel grigio del 1919: guazzabuglio di forme che si compenetrano e si combinano tra loro con molteplici allusioni in sfondo ovviamente grigio), al periodo di consacrazione d’insegnamento al Bauhaus (1921-1933) (Griglia nera – 1922, Su Bianco II – 1923, Accento in Rosa – 1926 e Giallo, Rosso, Blu – 1925: costellazione geometrico-cromatica fatta da 3 sezioni formanti 2 centri, associazioni antropologiche che “sembrano vibrare di concerto“), fino alle ultime sperimentazioni parigine (1933-1944), forme biomorfe e organiche che fluttuano nelle tele o cadono come fiocchi di neve come gli animaletti eterogenei e inidentificabili di Azzurro Cielo (1940). Microcosmi dove perdersi per fuggire le angosce della guerra. Compiuta melodia.
“Ogni suo quadro è un mondo a sé”
(Nina Kandinsky, moglie del pittore)
“L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro” (V. Kandinsky)
“L’artista dev’essere cieco alle forme note o meno note, sordo alle teorie e ai desideri della sua epoca. Deve fissare gli occhi sulla sua vita interiore, tendere l’orecchio alla necessità interiore” (V. Kandinsky)
Il “linguaggio delle forme e dei colori”
“Punto, linea, superficie”. Poi macchia e colore, griglie, scacchiere e “piccoli mondi”. Il regno dell’astratto. Una rivoluzione teorica e artistica condotta da Kandinsky per dipingere ed esprimere l’Invisibile, la vita stessa. E sono linee spezzate, segmenti, curve, figure geometriche che compongono la melodia artistica delle tele: rombi, quadrati, il cerchio, il “triangolo spirituale”. Di vario spessore, di varia grandezza e soprattutto di inesauribile varietà cromatica. “Lotta di toni, perdita di equilibrio, caduta dei princìpi, inattesi colpi di tamburo, grandi interrogativi, tensioni apparentemente laceranti, catene e legami spezzati, contrasti e contraddizioni: questa è la nostra armonia. Su questa armonia si fonda la composizione: un rapporto di colori e linee indipendenti, che nascono dalla necessità interiore e vivono nella totalità del quadro“.
Improvvisazioni (“incosapevoli, della natura interiore”), Impressioni (“della natura esteriore in forma grafico-pittorica”), Composizioni (“rielaborazioni costruite, razionali, che obbediscono al sentimento”): “tre diverse fonti”, interpretazioni, produzioni, definizioni, per “scalare” la “piramide spirituale che giungerà al cielo” distillando sapientemente il colore per far vibrare lo spirito dell’uomo, “la sua vita interiore”. “Una sola guida, infallibile, conduce l’arte a queste vertiginose altezze: il principio di necessità interiore“, fondamento essenziale della poetica dell’artista, filosofo, colorista e scrittore moscovita, per il quale “il colore è un mezzo per influenzare direttamente l’anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde“, e l’artista è “la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima. E’ chiaro che l’armonia dei colori è fondata solo su un principio: l’efficace contatto con l’anima.“
“La forma dunque è l’espressione del contenuto interiore” (V. Kandinsky)
“Nella mia anima, la disintegrazione dell’atomo equivaleva alla disintegrazione del mondo intero” (V. Kandinsky)
“Non vorrei passare per un simbolista, per un romantico, per un costruttivista. Mi accontenterei che lo spettatore sentisse in sé la vita interiore delle forze vive adoperate, nella loro relazione, che passando da un quadro all’altro scoprisse ogni volta un contenuto pittorico diverso” (V. Kandinsky)
La sala d’ingresso, le pitture parietali 7 metri per 4 riproducenti l’originale decorazione della sala ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung di Berlino del 1922.
Immersi nella sinfonia astratta di Kandinsky
“Un uomo capace di rovesciare le montagne” (Franz Marc)
Foto e testo: Luca Zuccala © ArtsLife
INFORMAZIONI UTILI
VASSILY KANDINSKY
17 dicembre 2013 – 27 aprile 2014
Palazzo Reale, Milano
Orari: LUN 14.30 – 19.30 | MAR, MER, VEN, DOM 9.30 – 19.30 | GIO, SAB 9.30 – 22.30
BIGLIETTI
Intero: €11,00
Ridotto: €9,50
Ridotto speciale: € 5,50
Audioguida inclusa nel biglietto
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Per prenotazioni e informazioni: +39 02 54916
twitter: #kandinskymilano
V. Kandinskij è uno dei massimi dell’arte contemporanea. I suoi quadri sono discorsi poetici secondo codici con i quali egli reinventa il mondo.