Per volontà dello stesso Pietro Consagra (Mazara del Vallo 1920 – Milano 2005), una delle sculture più preziose della sua produzione, la Muraglia “Cangrande” (1977) entra a far parte delle collezioni della Pinacoteca di Brera.
Dall’estate del 2013 infatti l’imponente struttura in marmo Rosso Magnaboschi, cm 300 x 360 x 55 (base in marmo bianco di Verona cm 23 x 460 x 75) occupa parte dell’androne adiacente al cortile d’onore del Palazzo di Brera, in attesa di essere trasferita, assieme alle opere del XX secolo, nella nuova ala museale di Palazzo Citterio.
La scultura è stata acquisita nel 2013 dalla Pinacoteca per legato testamentario del maestro e verrà inaugurata per il pubblico giovedì 6 febbraio, dopo una presentazione in Sala della Passione, alle ore 18.00. All’evento parteciperanno lo storico dell’arte Carlo Bertelli e Bruno Corà, presidente della Fondazione Burri, che illustreranno l’importanza della nuova acquisizione per il museo e il significato dell’opera nel percorso artistico dello scultore, in particolare nell’ambito del suo progetto di “Città Frontale”; al dibattito presenzieranno inoltre Gabriella Di Milia, direttrice dell’Archivio Consagra, Caterina Bon Valsassina, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia e Sandrina Bandera, Soprintendente e Direttore della Pinacoteca di Brera.
Costituita da elementi in appoggio, come sospesa in un istante di stabilità, la Muraglia “Cangrande” di Consagra, imponente e transitoria nel suo equilibrio funambolico, costituisce un esempio importante di un tema centrale nella totalità del percorso artistico dell’artista: il rapporto tra la scultura e la spazialità urbana. Seppure realizzata nel 1977, è di grande attualità, per il provocatorio senso del fantastico, dell’inventato, dell’inconfrontabile che riesce ad immettere nella nostra società sempre più tecnologica ed informatizzata. E’ una struttura che non isola per difendere, ma induce alla sosta per comunicare una paradossale spiritualità moderna, provvisoria e forte.
Iniziatore di un astrattismo psicologico ed ambientale, Consagra sin dal 1947 introduce alla base della sua ricerca plastica la visione frontale che persegue nella mutabilità fantastica e logica di una scultura in cui coesistono immaginazione e pensiero. Dai “Colloqui” degli anni ‘50 – accostamento sincronico di piani sottili, metafora astratta degli strati profondi dell’animo umano –, ai colorati ed estroversi “Ferri trasparenti” del 1964-1965, agli Edifici “a piano curvo continuo” della “Città Frontale” del 1968, sino alle sperimentazioni, iniziate nel 1972, con i graniti blu, gli onici verdi, i quarzi rosa, i marmi africani, sudamericani, asiatici e mediterranei, questa precisa ubicazione nello spazio ha sempre sollecitato un rapporto diretto, frontale appunto, con l’osservatore. Un rapporto volto a suscitare una nuova vista, determinata da Consagra anche con l’uso del colore che libera la scultura da ogni retorica e monumentalità. Anche nella scelta delle pietre, è il colore che affascina l’artista e diviene poi nell’opera il fattore dominante, costitutivo della forma, come apparve evidente nel 1977, anno in cui Consagra presenta a Verona, nel giardino del Museo di Castelvecchio, un grandioso insieme di sculture marmoree a destinazione urbana, di cui faceva parte Muraglia “Cangrande”.
La scultura ripropone, in grandi dimensioni, il principio di aggiungere elementi, indispensabili l’uno all’altro collegandoli in un’unica immagine articolata, rigorosa, edonista. Edonista per quanto è possibile ad un siciliano che ha superato la sua condizione geografica, per non essere soltanto mediterraneo, ma iniziatore di una civiltà d’immagine e “che si esprime in modo così autonomo da costituire un’opposizione”, così scriveva Giovanni Carandente nella presentazione della mostra veronese.
La Pinacoteca si è avvalsa del generoso contributo dell’Associazione Amici di Brera e di Ennio Brion per il complesso trasporto e montaggio della Muraglia (che pesa dieci tonnellate), dell’Arch. Ruggero Moncada di Paternò per l’allestimento, della Galleria Tega per le spese di manutenzione e di Zeta- Cube per l’illuminazione.
L’opera è collocata al pianterreno del Palazzo di Brera, nell’androne adiacente al cortile d’onore, entrando a destra. È visibile tutti i giorni, negli orari di apertura del palazzo, dalle 8.00 alle 19.30.
Pinacoteca di Brera
via Brera, 28 – Milano
(accesso disabili da via Fiori Oscuri, 2)
Orari
8.30-19.15 da martedì a domenica
(la biglietteria chiude alle 18.40)
chiuso lunedì
Biglietti
Intero: € 10,00
Ridotto: € 7,00
Abbonamento annuale Pinacoteca e mostre: € 22,00
Gruppi (prenotazione obbligatoria): € 2,00 a persona
Scuole (prenotazione obbligatoria): € 10,00 a classe
Prenotazioni
Per gruppi, scuole e singoli
tel. 02 92800361
www.pinacotecabrera.net
Attività didattica
Servizi educativi della Pinacoteca di Brera
tel. 02 72263.219/262
www.brera.beniculturali.it/Servizi educativi