Inaugurerà mercoledì 10 settembre a Parigi la nuova sede della Fondation Jerome Seydoux-Pathé, il nuovo tempio del cinema muto targato Renzo Piano. E sarà l’entusiasmo per questo progetto che accoglierà gli archivi cinematografici della società dei fratelli Pathé nata nel 1896, o sarà l’allure veneziana di Leone d’Oro che in questi giorni ha contagiato il Bel Paese, ma il celebre archistar genovese ha affermato: “Se non fossi architetto avrei sicuramente fatto cinema. L’attore no. Il regista? Forse”. E ha aggiunto che il cinema “E’ un’arte straordinaria, la più popolare, l’unica arte contemporanea, con la fotografia. E’ un lavoro corale come l’architettura. Mi ha sempre appassionato. Ma purtroppo – scherza – ho fatto l’architetto”.
La struttura ospiterà oltre all’archivio, anche uffici, spazi espositivi e un cinema da 70 posti riservato alla produzione di film muti. Attualmente al primo piano è già allestita la mostra di una collezione di 200 cineprese storiche fabbricate dalla Pathé tra il 1897 e gli anni ’80.
La nuova sede nasce dietro una facciata neoclassica scolpita nel 1869 da Auguste Rodin per quello che era un teatro prima e un cinema poi, definitivamente chiuso nel 2003. Dietro la suddetta facciata, Renzo Piano ha ideato una suggestiva conchiglia che si appoggia con discrezione tra i tetti della città. Una spettacolare struttura curva di vetro traslucido, acciaio e legno, che si vede solo in parte dalla strada: “E’ un edificio che si nasconde un po’, ma non per timidezza, e non certo per umiltà. Direi piuttosto per riservatezza, per rispetto. Non è invisibile, ma non si esibisce”.
E proprio sotto la conchiglia di vetro prende spazio un centro di ricerca e documentazione.