Al Guggenheim Museum di Bilbao una quarantina di opere chiave degli autori più rappresentativi della Pop Art. Presenti anche Cattelan e Rotella
Solo per il fatto di avere alle pareti un’icona come “One Hundred and Fifty Multicolored Marilyns” di Andy Warhol, 2 metri per 10 di lunghezza, il Guggenheim Museum di Bilbao sarebbe d’ufficio un punto di riferimento per la Pop Art internazionale. Ma ora l’istituzione spagnola riafferma questa posizione con la grande mostra Simboli e oggetti. Pop Art della Collezione Guggenheim. Che fino al 15 settembre propone una quarantina di opere chiave degli autori più rappresentativi del movimento, includendo una selezione di proposte contemporanee che ne ampliano l’eredità. Presenti dunque tutti i maggiori protagonisti, da Roy Lichtenstein a Claes Oldenburg, James Rosenquist, allo stesso Andy Warhol.
Ad attrarre l’attenzione non può che essere il capolavoro di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen, Volano molle (Soft Shuttlecock, 1995), che con le sua monumentali dimensioni occupa un’intera sala del museo. E rilievo particolare è assegnato anche al Daddy, Daddy di Maurizio Cattelan, del 2008, che sembra voler sancire la definitiva assegnazione del padovano all’ambito Pop. Ma le soddisfazioni per l’Italia non finiscono qui: visto che nella grande sala circolare troneggiano anche due straordinari Décollages di Mimmo Rotella, donati dall’artista al museo newyorkese.
Le origini inglesi del movimento, con il sostegno dello scrittore e curatore britannico Lawrence Alloway, che nel 1958 conia lo stesso termine “Pop Art”, risuonano nel simbolico Solomon R. Guggenheim (Bianco e nero), creato da Richard Hamilton nel 1965–66. Fra gli artisti contemporanei presenti ecco apparire José Dávila e Lucía Hierro, che “ampliano il lascito della Pop Art attraverso opere che criticano la cultura consumistica, includendo riferimenti messicani e dominicani che riflettono la loro eredità”. Una mostra comunque da approcciare con l’esperienza diretta, sensoriale. Noi vi anticipiamo immagini e video…