Divisionismo
Movimento pittorico italiano sviluppatosi a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. La sua tecnica innovativa, che nacque dall’esigenza di rappresentare il vero e gli effetti della luce del sole, accostava i colori puri e li applicava sulla tela a piccoli tratti, in modo filamentoso.
Il Divisionismo, definito poeticamente da Angelo Morbelli “la prospettiva dell’aria“, assume come linguaggio pittorico la tecnica dell’uso “diviso” dei colori complementari, suggerito sia dall’interesse per le riflessioni cromatiche, sia dall’attenzione ai meccanismi, anche psicologici, della visione, grazie alle indagini alle quali si dedicano, oltre che artisti, scienziati e filosofi.
Alcuni artisti, che adottano la tecnica divisionista, si connotano anche per il loro atteggiamento populista, distinguendosi anche per la graduale presa di coscienza di classe, l’impegno sociale e umanitario. L’esempio più esplicito è dato dalle tele di Morbelli e dal “Quarto stato” (1901) di Pellizza da Volpedo.
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Quarto stato, 1901, Museo del Novecento, Milano
Nelle opere di Morbelli prevale l’aspetto populista, ma il realismo delle immagini è intessuto in una fitta rete di pennellate eseguite a tratti e minuscole linee, come in “Un Natale al Pio Albergo Trivulzio” (1909), oggi alla Galleria d’arte moderna di Torino. La ricerca cromatica di Pellizza da Volpedo nel “Quarto stato” è superata dall’idea, quest’opera è definita dall’amico Morbelli “arte superiore non formata soltanto di tecnica, ma anche di pensiero”.
Un Natale al Pio Albergo Trivulzio 1909, Angelo Morbelli, Galleria d’arte moderna di Torino
Il Divisionismo si diffonde in più parti d’Italia, ma il centro artistico principale resta a Milano, dove nel 1981 alla Triennale d’Arte di Brera, gli artisti si trovarono affiancati casualmente per la prima volta: Segantini espone tra l’altro l’opera “Le due madri” (1889), che si contrappone come esempio di “Divisionismo naturalistico” al simbolismo idealizzante di Previati; Morbelli presenta opere realizzate con una tecnica rigorosamente puntinista mentre Longoni dimostra un interesse evidente ai problemi della luminosità.
Le due madri, 1889, Giovanni Segantini, Galleria d’Arte Moderna, Milano.
Gaetano Previati, Re Sole c. 1900, GAM, Milano
Altre fonti importanti da cui gli artisti divisionisti trassero insegnamento furono la scapigliatura e la pittura lombarda dell’Ottocento, sul cui esempio abbandonarono il tradizionale chiaroscuro e cercarono la luce dal vivo, dipingendo all’aria aperta.
Ecce Puer, 1906, gesso patinato, Medardo Rosso, GAM, Milano
Alcune suggestioni provenivano poi dalle sculture di Medardo Rosso che, allontanandosi dalla materia per spingersi verso la ricerca della luce, avevano come scopo dichiarato quello di comunicare allo spettatore le impressioni e le emozioni provate davanti alla natura.
Una partita al bigliardo, 1867, Filippo Carcano, Pinacoteca di Brera, Milano
Tra gli esempi più significativi il dipinto Partita a biliardo (1867, Pinacoteca di Brera, Milano) di Filippo Carcano, che è risolto con una tecnica molto vicina alle pennellate a “piccoli punti”.
La giornata dell’operaio, 1904, Giacomo Balla, collezione Balla, Roma
Grazie soprattutto a Giacomo Balla, autore della Giornata dell’operaio (1904, collezione Balla, Roma), il divisionismo venne adottato dai futuristi, che trovarono nella separazione del colore un mezzo efficace per esprimere la dinamica del movimento.
Link utili
https://it.wikipedia.org/wiki/Divisionismo
http://www.treccani.it/enciclopedia/divisionismo/
http://www.theartpostblog.com/divisionismo/