Un capolavoro assoluto del Guercino appeso in una chiesa senza nessun allarme, né telecamera. Forsi pochi sapevano della sua presenza e del suo valore. Ma di certo i ladri ne erano al corrente. Nella notte del 12 agosto i malviventi si sono probabilmente fatti chiudere nella chiesa, poi hanno trafugato il quadro e solo la mattina del 13 agosto il furto è stato scoperto intorno alle 13, quando il parroco passando davanti al portone si è accorto che stranamente era aperto. La chiesa a Modena di San Vincenzo è seicentesca e situata in corso Canalgrande, praticamente a due passi dalla procura della repupplica e dal Tribunale. Nessuna telecamera è puntata sulla chiesa ma gli inquirenti stanno cercando immagini da quelle appese sui muri e nei dintorni della procura, convinti di poter rintracciare un grande furgone, viste le dimensioni imponenti dell’opera. Sono stati disposti anche controlli sui tabulato telefonici della zona.
Il dipinto scomparso è appunto opera di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, nato a Cento il 2 febbraio del 1591 e morto a Bologna il 22 dicembre del 1666. Insieme a Caravaggio è forse il pittore seicentesco italiano più conosciuto al mondo e negli utlimi anni è stato protagonista di molte esposizioni. La grande tela, di quasi due metri per tre, una vera e propria pala d’altare, si intitola “Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo”, ed è stata eseguita dal maestro nel 1639.
Il furto modenese va venire in mente, per l’importanza del quadro sottratto, il famigerato colpo della banda di Felice Maniero che, negli anni Novanta, riuscì a rubare dipinti del Correggio e un’opera del Velazquez dalla Galleria civica di Modena. Secondo gli inquirenti ultimamente si erano moltiplicati le incursioni e i saccheggi di arredi sacri, candelabri e calici nelle chiese della provincia modenese. Questa volta però i ladri hanno mirato molto in alto facendo sparire un’opera assai conosciuta che fino a pochi giorni fa era stata esposta alla reggia di Venaria. L’intento più probabile è quello del riscatto, visto che quadri del genere sono assolutamente ingestibili sul mercato dell’arte. Osservando le ultime battute in asta relative al Guercino e al seicento italiano in genere, questo dipinto, se messo legalmente all’incanto, potrebbe potrebbe fruttare persino oltre i 5 milioni di euro.
Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena, ha subito dichiarato che ci troviamo di fronte a un episodio che “colpisce tutta la città”: «Il prezioso dipinto fa parte del patrimonio artistico di Modena, spero che l’attività investigativa in corso restituisca quanto prima a Modena questa importante opera d’arte».
Vittorio Sgarbi, però, durante un’intervista a Rainews 24 dopo aver sottolineato che si tratta di «una pala d’altare con un San Gregorio meravigliosamente abbigliato, un’opera monumentale della prima maturità dell’artista che può valere tra i 5 e i 6 milioni di euro», se la prende con i custodi ecclesiastici e parla di “una responsabilità grave” di tutte le istituzioni. Per la cronaca non era nemmeno assicurata.
«In quella chiesa non c’era un sistema d’allarme – prosegue Sgarbi -: com’è possibile che la Soprintendenza abbia permesso che un’opera così preziosa rimanesse lì senza sicurezza?».
Fortunatamente è proprio la celebrità e il pregio del dipinto, che lo rende impossibile da rivendere: «Non ci può essere un committente, nessun museo e nessun privato lo comprerebbe mai – racconta giustamente Vittorio – . Secondo me questo furto può essere solo opera di una banda di stranieri inconsapevoli, gente che non sa nulla delle leggi di mercato e che forse pensa di chiedere un riscatto».
Di fatto, come avviene al solito nel nostro Paese, la palla delle responsabilità viene ribattuta tra la Soprintendenza e i custodi della Chiesa. Resta che un simile capolavoro in una chiesa di una qualunque cittadina francese sarebbe stata messa al centro di super tour, custodita con mille accuratezze e avrebbe persino fruttato un bell’indotto di business turistico e culturale. Qui da noi, invece, nessuno quasi sapeva della sua esistenza. Ladri eclusi.
Interessante il commento di Paolo Conti sul “Corriere della Sera” online, clicca qui per leggerlo