Chagall Milano Una retrospettiva Palazzo Reale
Rabbini volanti, polli fluttuanti, mucche con l’ombrello, asini alati blu, capre verdi e galli gialli con ali da arcangelo che svolazzano per le strade di Milano assieme a lampioni a passeggio? Tutto vero! Chagall è a Palazzo Reale con i suoi amanti sospesi “come soffi dell’anima” nei cieli nevosi di Russia in copertina e “solo” altre 220 opere per tutto autunno, inverno, fino al primo febbraio 2015.
“Una retrospettiva“, come recita umilmente il titolo, che raccoglie cronologicamente il linguaggio onirico surreale di Chagall, artista sognatore e visionario che ha saputo raccontare il mondo con i toni di una favola. “Ebreo errante in preghiera”, partito da Vitebsk, arrivato in Provenza passando per mezza Europa e l’America, capace di miscelare le tre culture cui appartiene, ebraica, russa e occidentale, in un’unica poetica artistica universale dove i riti della tradizione ebraica si sposano con la modernità delle “avanguardie” dei caffè parigini.
Una religiosità profonda, un arte “di un mercurio scintillante, di un’anima blu che irrompe nei quadri“, un’opera senza limiti, atemporale e senza distinzioni. Al di sopra di tutto e tutti. Trasfigurata sulla tela come una fiaba o una poesia, ispirata alla patria, alla vita contadina, alla famiglia, all’amore e alla fede ebraica ma anche al dolore e alle persecuzioni, nelle quali il colore, autonomo e brillante, zampilla trascinando con sé figure oniriche che ne popolano lo spazio. Un metissage di culture e tradizioni nella volontà di “fare della contaminazione un valore”: un manifesto di tolleranza unico nel Novecento e assolutamente attuale.
“Se creo qualcosa usando il cuore, molto facilmente funzionerà; se invece uso la testa sarà molto difficile”
“Mia soltanto è la patria della mia anima. Vi posso entrare senza passaporto e mi sento a casa; essa vede la mia tristezza e la mia solitudine ma non vi sono case: furono distrutte durante la mia infanzia, i loro inquilini volano ora nell’aria in cerca di una casa, vivono nella mia anima”
“Bisogna lavorare sul quadro pensando che qualcosa
della propria anima entrerà a farne parte e gli darà sostanza.
Un quadro deve fiorire come qualcosa di vivo.
Deve afferrare qualcosa di inafferrabile: il fascino
e il profondo significato di quello che ci sta a cuore”
“Lo stile non è importante. Esprimersi lo è.
La pittura deve avere un contenuto psicologico.
Io stronco sul nascere ogni mio impulso decorativo.
Attenuo il bianco, amalgamo il blu con mille pensieri.
La psiche deve trovare la propria via nei dipinti”
“Per me il circo è uno spettacolo magico che passa e scompare come un mondo. I clown, le cavallerizze, gli acrobati fanno parte del mio immaginario perché i loro colori e le loro maschere mi trasportano verso altre deformazioni psichiche che sogno di dipingere”
“Mio padre aveva gli occhi azzurri, ma le sue mani erano piene di calli. Egli lavorava, pregava e taceva. Osservai le mie mani. Erano troppo delicate… Dovevo cercare un’occupazione che non mi costringesse a voltare le spalle al cielo ed alle stelle e che mi consentisse di trovare il senso della mia vita”
“Una retrospettiva“, avvolta nei “grigi” dell’allestimento, a cui manca solo un semplice superlativo: “mega”. Questa infatti è una “mega” retrospettiva, perché va bene che non c’è la Crocifissione in Bianco di Chicago tanto amata da Papa Francesco (e comunque c’è quella “in giallo” del 1942 e “L’Apocalisse in lilla” del 1945), ma quella che apre domani si presenta come la più grande mostra mai presentata sul suolo italico del maestro bielorusso, con prestiti da musei di mezzo mondo: MoMa e Metropolitan di New York, National Gallery di Washington, Museo di San Pietroburgo e Pompidou di Parigi.
Erano infatti 140 le opere a Torino nel 2004, all’Ara Pacis nel 2010 e a Verona nel 2011, 150 quelle a Pisa nel 2009 e 180 al Vittoriano nel 2007 per i 120 anni dalla nascita. Questa all’ombra della Madonnina ripercorre tutti i quasi 80 anni di epica attività artistica di Chagall, a partire dal 1908 data in cui realizzò il suo primo quadro, “Le petit salon“, fino alle ultime, monumentali opere degli anni Ottanta, con l’obiettivo di “battere” il successo primaverile dei 250 mila di Klimt, sempre organizzata da 24 Ore Cultura, affiancando fra un mese la star Van Gogh per una coppia d’assi espositiva preambolo internazionale e multiculturale alle grandi mostre di Expo dell’anno prossimo.
“Si può riflettere e pensare a lungo sul senso dei fiori, ma per me sono la vita stessa nella sua smagliante felicità”
Perché la vacca è verde e perché il cavallo
s’invola nel cielo, perché?
Che rapporto c’è con Marx e Lenin?
Ci si precipitava a ordinare ai giovani scultori dei busti
di Lenin e di Marx, in cemento.
Temo che si siano sciolti sotto la pioggia di Vitebsk.
Povera città! […]
La sola cosa che desidero è fare dei quadri
e ancora qualche cosa.
Né la Russia imperiale, né la Russia dei Soviet ha bisogno di me.
Io sono, incomprensibilmente per loro, straniero
Eccomi, ci sono! E’ la mia città, la mia tomba…
Qui mi schiudo come il fiore del tabacco,
al ritmo delle sere e delle notti…lavoro.
Marc Chagall
INFORMAZIONI UTILI
Chagall. Una retrospettiva
Palazzo Reale – Milano
dal 17 settembre 2014 al 1 febbraio 2015
Orari:
lunedì 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30
Biglietto: intero costa 12€, ridotto 10€
Crediti foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Ciao Luca, complimenti per l’articolo e le foto!
Ti ricordi della tuo profffff.?
Un abbraccio.
Manuela M-M