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Tutto il genio di Leonardo da Vinci a Milano. Le foto e tutto sul Disegno del Mondo

leonardo da vinci a milano
La Dama col mazzolino del Verrocchio (1475-1478) accanto alla Belle Ferronière di Leonardo (1493-1495). Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

Leonardo da Vinci a Milano. Il Disegno del Mondo a Palazzo Reale

Si definiva “omo sanza lettere” perché non sapeva il latino, lingua ufficiale della scienza e porta d’accesso al mondo dei libri, il più grande genio e ingegno di sempre. Poco importa. Proclamò l’eccellenza della natura, “maestra de’ maestri”, su questi. “Straordinario mago” per Gombrich, “Mirabile e celeste” per Vasari, “Raro e universale” nell’Anonimo Gaddiano. Superlativi ed esclamativi si sprecano per circoscriverne estro ed erudizione. “Il genio è tornato” come ci ammalia sui manifesti in giro per la città lo sguardo che traspira anima della Belle Ferronière, dipinta a Milano (1490-96), in mostra (ovviamente) e fresca di restauro dal Louvre. Impossibile non incrociarne lo sguardo, il viso delizioso con il gioiello ricamato in fronte e il casto décolleté adornato di nastri di seta. Da Parigi “con amore”, a Palazzo Reale con accanto la Dama col Mazzolino del Verrocchio (dal Bargello) per sottolinearne le forti valenze plastiche. Paragone assai suggestivo tra trattamento pittorico della scultura e valenza tridimensionale della pittura.

Leonardo da Vinci (1452-1519) torna così nella Milano che per due volte lo accolse (per la quale ricambiò il favore eleggendola con il suo operare artistico e scientifico a mirabile corte umanistica) con una super esposizione. Una mostra universale (con un catalogo universale, oltre 600 pagine con apparati e schede curatissime) per un genio universale nella città (per 6 mesi) “universale” al centro del mondo per Expo. Novantacinque giorni, da dopodomani (16 aprile) a metà luglio, di pura passione vinciana. Attesi centinaia di migliaia di visitatori. Numeri da record si vocifera (e spera). La “capitale sforzesca” si prepara all'”ondata d’amore” con quattro serate a settimana (festività comprese) con apertura fino a mezzanotte, biglietti speciali, guide e cataloghi bilingue (italiano e inglese) per diversi target di approfondimento, una serie di eventi fuori sede e un ciclo di nove film su Leonardo proiettati al Museo Interattivo del Cinema nel mese di maggio.

Sarà la più grande esposizione dedicata al genio vinciano che sia stata realizzata in Italia dal 1939, quando la fascistissima “Leonardesca” – con prestiti incredibili (e ora incedibili) e il braccio della dittatura a spingere con forza le opere verso il capoluogo lombardo – celebrò al Palazzo dell’Arte il “genio italico” e le “invenzioni italiane” in chiave tutta politica e sotto un’asfissiante retorica nazionalista. Certo fu tutto più “facile” 70 anni fa. Oggi dopo 5 anni di lavoro, 4 milioni e mezzo di euro completamente a carico di privati (Skira su tutti) – nemmeno un soldo pubblico (paradossi italici) – senza tronfie smanie nazionalpopolari e l’attesa di opere più o meno promesse, più o meno arrivate, in fase di allestimento, va in scena la super mostra. Titolo (e concept) dibattuto fino all’ultimo: “Leonardo da Vinci. Il disegno del mondo“. Scopo del nuovo “soggiorno” espositivo: “Raccontare il Leonardo polivalente, ricco di interessi, conoscitore profondo di scienze, tecniche e arti del suo tempo, attraverso il filtro del disegno: mezzo fondamentale per fissare immediatamente i risultati delle proprie sperimentazioni e intuizioni”.

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Il Busto di San Girolamo, 1475-1480 (Bottega del Verrocchio) e il San Girolamo di Leonardo, 1485-1490. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Davanti alla Belle Ferronière di Leonardo. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Anonimo, Città Ideale (riflessa), ultimo quarto del Quattrocento. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

“Volle la natura tanto favorirlo, che dovunque è rivolse il pensiero, il cervello e l’animo, mostrò tanta divinità nelle cose sue che nel dare la perfezione di prontezza, divinità, bontade, vaghezza e grazia nessun altro mai gli fu pari” (Vasari)

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Leonardo da Vinci, La Scapiliata, 1504-1506. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Bottega di Leonardo da Vinci, Cavaliere in lotta con un dragone, 1480-1481. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Uomo Vitruviano, 1490. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

L’arte del disegno (da strumento di analisi del vero e conoscenza scientifica alla complessità dell’esperienza pittorica e scultorea) al centro di tutta la sua opera, al centro dell’esposizione. Il suo Uomo Vitruviano (in mostra) inscritto perfettamente a matita al centro di cerchio e quadrato, puntando il compasso nell’ombelico del corpo ideale. Il suo nome “Leonardo da Vinci” inscritto per 3 mesi, metà expo universale, al centro di Milano e del mondo, puntando il compasso su Palazzo Reale.

Un allestimento curatissimo color celeste e panna, con “pennellate” di luce che esaltano le geometrie architettoniche, incornicia alle pareti (o in vetrine luminose) le 225 opere in mostra: dipinti, sculture, incunaboli, codici originali, disegni e documenti autografi provenienti dai maggiori musei e biblioteche del mondo. 7 capolavori pittorici, un terzo di quelli esistenti al mondo. Niente Monna Lisa e Vergine della Rocce dal Louvre, assolutamente inamovibili, così come l’incedibile Madonna Benois dall’Ermitage e la disattesa Dama con l’Ermellino da Cracovia, promessa mancata. Questione di denari. Non a caso è “simpaticamente” chiamata “prostituta polacca”.

Il Musico invece ce l’ha fatta a fare quei “faticosissimi” 500 metri che lo separavano dalla meta, dopo estenuanti trattative con l’Ambrosiana (che presta anche 38 disegni del Codice Atlantico). L’Annunciazione degli Uffizi? Niente. Beghe italiche. Via libera invece (come ovvio dai già citati cartelloni per la città) al tris dal Louvre: la Belle Ferronière, scortata dal San Giovanni Battista e la Piccola Annunciazione. Stesso discorso per i 30 dei 34 lotti richiesti dai curatori alla Royal Collection della Regina Elisabetta II e per il Codice Trivulziano 2162 dal Castello Sforzesco. Tutti insieme a celebrare il genio vinciano ancora una volta, tutti insieme ad illustrarne la complessità del suo talento multiforme.

Come? 12 sezioni tematiche offrono un confronto continuo tra disegno, pittura, scultura. C’è il dialogo con gli allievi, i leonardeschi (dal Boltraffio e Solario al Melzi e Cesare da Sesto), i suoi modelli, la bottega del Verrocchio, i contemporanei, da Antonello da Messina (con lo stupendo Ritratto d’uomo da Cefalù) e Botticelli (La Fortezza degli Uffizi) a Filippino Lippi, Paolo Uccello e Ghirlandaio (con la magnifica “tonda” Adorazione dei Magi a ingresso mostra). Un crescendo incalzante di correlazioni e rispondenze, che spesso include anche la considerazione delle sue fonti, artistiche e scientifiche. Emerge come la natura, da sfondo qual era, diventi protagonista della composizione pittorica. Come Leonardo dialoghi con i modelli antichi, la statuaria classica per i monumenti equestri, i bronzi ellenistici e i bronzetti rinascimentali. Come il genio vinciano aspirò a rappresentare, analizzare, capire e (possibilmente) a mettere ordine nel mondo naturale prima di tutto attraverso il “disegno”, che nelle sue mani diviene “strumento interpretativo dei processi osservati (dall’occhio) e intuiti (dalla mente)”.

Il “disegno bono“, come lo definisce nelle sue tarde indagini anatomiche, inteso come disegno a penna e inchiostro: strumento indispensabile nel suo progetto di descrizione e decrittazione della natura, strumento di speculazione scientifica oltre che di creazione artistica. Un mezzo con cui cerca di tradurre “i moti mentali” nelle raffigurazioni dei personaggi: far trasparire gli aspetti psicologici e le qualità morali dalle caratteristiche esteriori. A questo volle giungere Leonardo non limitandosi a fornire una descrizione meccanica ed epidermica dell’uomo e delle sue proporzioni. Ma andando oltre, cercando anche di mostrare “il moto della mente loro“. Ci riuscì magistralmente, come in qualsiasi ambito in cui si cimentò. Un genio, o meglio: il Genio.

 “Veduto Leonardo non si pensa più alla possibilità di fare molti progressi” (Paul Klee)

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Leonardo da Vinci, San Giovanni Battista, 1506-1515. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

“Tristo è quel discepolo che non v’avanza il suo maestro” (Leonardo da Vinci)

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Bottega di Leonardo da Vinci, San Giovanni Battista, 1505-1510 circa. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Studi di testa femminile, 1505,1507. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

“Il foco è da esser messo per consumatore d’ogni sofistico e scopritore e dimostratore di verità, perché lui è luce, scacciatore delle tenebre occultatrici d’ogni essenza” (Leonardo da Vinci)

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Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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La Belle Ferronière di Leonardo. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Testa, busto e mano sinistra di uomo, e quattro studi d’architettura, 1492-1494. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

“Fu tanto raro e universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri. Hebbe bellissime inventioni, ma non colorì molte cose, perché si dice mai a sé medesimo avere satisfatto, et però sono tante rare le opere sue. Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira […] et fu valentissimo in tirari et in edifizi d’acque, et altri ghiribizzi, né mai co l’animo suo si quietava, ma sempre con l’ingegno fabricava cose nuove”. (Anonimo Gaddiano, 1542)

Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano.
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Mortai che scagliano proiettili esplosivi, 1485 (1). Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Mortai che scagliano proiettili esplosivi, 1485 (2). Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

Leonardo da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519)

Leonardo, figlio di notaio Piero e della giovane contadina Caterina, nacque a Vinci il 15 aprile 1452. Studi da autodidatta, allievo nella bottega del Verrocchio (1464-1472). Si servì della “scrittura speculare”: scrivere da sinistra verso destra anagrammando spesso le parole per tenere segreti i suoi appunti. Sublime quanto eclettico talento, apoteosi dell’Homo universalis rinascimentale. Inventore, visionario e genio, al limite del divino. “Ciascuna sua azzione è tanto divina” scrisse Vasari. Maestro in tutte le arti e le scienze: pittura, scultura, architettura, musica, geologia, geografia, ottica, botanica, matematica, fisiologia, ingegneria.

Sperimentatore, ricercatore senza limiti e ostacoli ideologici. Indagatore della natura, dell’anatomia umana e animale. Osservatore della realtà con gli occhi della scienziato. “La pittura è vera scienza, discorso mentale, legittima figliola della natura”. Pittura e scienza formeranno così una combinazione inscindibile. Come il binomio tra sapere e potere, “nosse est posse”, cui Leonardo è emblema, capace di porre e imporre l’uomo come “misura di tutte le cose”, “modello del mondo”. Microcosmo e macrocosmo. Al centro del mondo, un uomo in grado di trasformare la realtà e dominare la natura col potere della conoscenza, della scienza e della ragione. Dell’esperienza. “La sapienza è figliola della sperienzia” scrive Leonardo. L’empirismo si andava armando di scienza.

Sperimentò e annotò il “suo” mondo fino agli ultimi giorni della sua esistenza. L’ultima data presente su un manoscritto di Leonardo risale al giugno del 1518: preso da calcoli di geometria, gli studi sono bruscamente interrotti con un “eccetera, perché la minestra si fredda”. Una rara annotazione di vita quotidiana in cui affiora la dimensione umana del genio universale. Morì ad Amboise (Francia) il 2 maggio 1519.

“Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.” (Leonardo da Vinci) 

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Leonardo da Vinci, San Girolamo, 1485-1490 circa. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Studi di carro falcato e carro coperto, 1487-1490. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano.
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Testa di donna inclinata, 1488-1490. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

“Il pittore disputa e gareggia con la natura” (Leonardo da Vinci)

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Leonardo da Vinci, Studio di braccia e mani e profilo maschile, 1486-1488. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Antonello da Messina, Ritratto d’Uomo, 1465-1470. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Disegno di uomo che cammina sull’acqua, 1480-1482. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Busto di uomo di profilo con studio di proporzione, 1493-1495. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

I NUMERI DELLA MOSTRA

95: giorni d’apertura

225: opere in mostra, tra codici originali, disegni autografi, manoscritti, sculture, incunaboli e cinquecentine provenienti dai più celebri musei e biblioteche del mondo

7: dipinti (di cui 3 provenienti dal Louvre)

100: disegni (38 dalla Biblioteca Ambrosiana, 30 dalla Royal Collection, di cui 6 visibili al recto e al verso)

2: curatori (Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio)

76: gli anni trascorsi dall’ultima grande mostra a Milano

563: anni trascorsi dalla nascita

496: anni dalla morte

67: gli anni di vita di Leonardo

2: i soggiorni a Milano di Leonardo (1482-1499); (1506-1512)

4: serate aperte fino a mezzanotte (Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica)

5: anni di lavoro per la realizzazione

4,5: milioni per realizzare la mostra

0: soldi pubblici

12: le sezioni della mostra:

1. Il disegno come fondamento
2. Natura e scienza della pittura
3. Il paragone delle arti
4. Il paragone con gli antichi
5. Anatomia, fisiognomica e moti dell’animo
6. Invenzione e meccanica
7. Il sogno
8. Realtà e utopia
9. L’unità del sapere
10. De coelo e mundo: immagini del divino
11. I leonardeschi: la diffusione dei modelli di Leonardo e Trattato della Pittura
12. Il mito di Leonardo

Allestimento della mostra. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
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Leonardo da Vinci, Cinque teste grottesche, 1493-1495. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Fernando de la Almedina, Madonna con Bambino, 1500-1505. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Fernando de la Almedina, Madonna con Bambino, 1500-1505. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Leonardo da Vinci a Milano. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Leonardo da Vinci, Grande ala meccanica, 1478-1480 circa. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Leonardo da Vinci, Grande ala meccanica, 1478-1480 circa. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Davanti alla Città Ideale. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Davanti alla Città Ideale. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Ghirlandaio, Adorazione dei Magi, 1487. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Ghirlandaio, Adorazione dei Magi, 1487. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Ghirlandaio, Adorazione dei Magi, 1487. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Ghirlandaio, Adorazione dei Magi, 1487. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Botticelli, La Fortezza, 1470. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Botticelli, La Fortezza, 1470. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Allestimento della mostra. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Leonardo da Vinci, San Giovanni Battista, 1506-1515. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife
Leonardo da Vinci, San Giovanni Battista, 1506-1515. Foto: Luca Zuccala © ArtsLife

Foto e testo: Luca Zuccala ArtsLife

INFORMAZIONI UTILI

Leonardo 1452 – 1519. Il disegno del mondo
Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12 – Milano
Dal 16 aprile al 19 luglio 2015

La mostra è coprodotta da Palazzo Reale e da Skira editore

Catalogo Skira

ORARI
Lunedì: 14.30-19.30
Martedì e Mercoledì: 9.30-19.30
Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica: 9.30-24.00
La biglietteria chiude un’ora e mezza prima
ORARI FESTIVITÀ
Sabato 25 aprile: 9.30-24.00
Venerdì 1° maggio: 9.30-24.00
Lunedì 1° giugno: 9.30-19.30
Martedì 2 giugno: 9.30-19.30
INFORMAZIONI
Infoline: 02.92800375
(dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30)
SITO INTERNET
www.mostraleonardodavinci.it
www.comune.milano.it/palazzoreale

BIGLIETTI LEONARDO
Intero €12,00
Ridotto €10,00
Club Skira €9,00
Gruppi €10,00
Scuole €6,00
Famiglia €16,00
(1 adulto + 1 ragazzo di età inferiore a 14 anni)
BIGLIETTI LEONARDO + VISCONTI
Biglietto giornaliero €18,00
(visita mostra Visconti Sforza e accesso diretto
alla mostra di Leonardo)
Biglietto Open €20,00
(visita Leonardo il giorno dell’acquisto e visita libera
alla mostra Visconti Sforza)

Per informazioni: Skira editore, ufficio eventi
eventi@skiragrandimostre.it
CATALOGO
Skira
UFFICIO STAMPA MOSTRA
Lucia Crespi
tel. 02.89415532 – 02.89401645 – 338.8090545
lucia@luciacrespi.it

Tutto il genio di Leonardo da Vinci a Milano. Le foto e tutto sulla mostra

 

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5 Commenti

  • LA MOSTRA SU LEONARDO A PALAZZO REALE…UNA VERA DELUSIONE
    ….PER NOI LARIANI ?
    La mostra su Leonardo, tanto decantata come la più grande mostra mai fatta in Italia sul Vinciano è stata proprio una gran delusione.
    L’unica cosa utile e ben fatta è il catalogo nel quale sono presenti molte opere che in mostra non troviamo e vi si decanta una verità più scientifica.
    La mostra ha un allestimento vecchio, serioso che non attrae certamente i giovani o i non addetti ai lavori. Gli studenti e le scolaresche rischiano di addormentarsi se non trovano una guida sufficientemente dinamica e che sappia recitare bene la vita e gli aneddoti leonardeschi; come d’altra parte è stato fatto sulle audio guide dove si narra, in modo superficiale, la storia delle opere più che le caratteristiche delle stesse. Non parliamo poi dell’apparato didascalico che è povero e pieno di lacune; basti guardare i disegni: non ve ne è uno in cui sia riportato il numero o la sigla di riferimento del foglio di provenienza, nè se sia esso il recto o il verso.
    E’ una mostra che intende mostrare le abilità grafiche del Vinciano e la sua ricerca tecnico scientifica ma di fatto risulta essere incompleta anche sotto questo punto di vista.
    Ma la cosa più grave, a mio parere, è che questa mostra distrugge tutta quella scuola leonardesca lombarda che viene qui pressochè ignorata, o mal citata, limitandosi a mostrare soltanto pochissime opere di qualche suo allievo più diretto e forse anche le più brutte o meno significative. Che peccato, un’occasione come l’Expo poteva offrire un arricchimento su Leonardo e la sua scuola per valorizzare maggiormente il territorio.
    Il Prof. Marani, nella sua presentazione, a proposito degli unici due disegni di paesaggio presenti in mostra, il primo del 1473 e l’ultimo del diluvio del 1517/18, si limita a farci notare il radicale cambiamento di Leonardo nei confronti della natura nei 50 anni che separano i due disegni.
    La mostra è priva dei disegni e degli studi sul paesaggio che hanno ispirato opere di grande rilevanza come la Vergine delle rocce, la Sant’Anna, la Gioconda, la Madonna dei fusi, ecc…
    Non ne è presente neppure uno, perché? Dove sono gli studi delle nostre rocce, delle nostre montagne, del Resegone o delle Grigne?
    Si è voluto azzerare quella parte veramente importante di Leonardo che lo legava al nostro territorio, perché?
    Si è voluto con questa mostra, esaltare soltanto la milanesità di Leonardo appiattendo ogni riferimento col territorio, ignorando anche tutto il contorno di opere straordinarie della sua scuola che esistono nelle nostre province. Si è arrivati ad ignorare anche artisti di grande rilevanza come il Luini, che non è neppure presente in mostra. Una mostra che propone cinque opere pittoriche di Leonardo e per il resto una panoramica piuttosto scolastica dei disegni suddivisi per tematiche….che banalità. Per quanto riguarda la scultura non ne è presente neppure una, anche il cavallino ungherese lascia piuttosto perplessi.
    Povero Leonardo, avrebbe potuto diventare con questa mostra un figlio adottivo del nostro territorio e di quella natura che lui ha tanto amato e che è presente nelle sue opere più importanti; quella natura che lui diceva dovesse essere il vero motivo ispiratore per un artista, quella natura che lo ha fatto diventare il vero padre delle scienze naturali….ma dove è finita?
    In questa mostra è quasi del tutto ignorata.

    Prof. Ernesto Solari
    Studioso di Leonardo e del territorio Lariano

  • Leonardo da Vinci seguendo Freud rappresentò nel quadro la Vergine, Sant’Anna e il bambino con l’agnello, un bambino con una doppia madre, mentre nella Vergine delle Rocce si può supporre una madre con un doppio bambino. Il tema del doppio, dello specchio era insito in Leonardo che leggeva e scriveva a rovescio senza problemi. Un altro elemento speculare ricorsivo del quadro è la mano rocciosa che sovrasta e contiene quella aperta di Maria. Gli aspetti speculari ricorsivi sono il sigillo del genio. Che ritroviamo in Gesù tramite i Vangeli e la Sindone, e in Michelangelo Buonarroti negli affreschi della cappella Sistina. Cfr. Ebook. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

  • Grazie, ogni capolavoro di questa incredibile mostra mi ha coinvolta, stupita, emozionata, meravigliata come poche altre situazioni. Il luogo é così ben ambientato che mi é capitato di dialogare con diversi visitatori provenienti da altre città italiane , é infatti impossibile tacere di fronte a tali bellezze, da lì le gli scambi di ammirazione con chi ti é vicino. Grazie di nuovo alla mia Grande Milano

  • Esiste una piccola possibilità, ma non nulla, che la principale opera di Leonardo in mostra, non sia a Milano ma a Torino: La Sindone. I geni tendono ad operare in modo simile e ad avere un volto somigliante. Se la Sindone è “autentica”, allora è un “autoritratto” di nostro Signore Gesù. Se non è lo è, ed è fatta da mani d’uomo, potrebbe essere un ritratto veritiero di Gesù (volto) eseguito dal “mago” Leonardo da Vinci senza modello e che lui ne sarebbe il prototipo. L’autoritratto di Leonardo somiglia al volto sindonico. L’immagine della ferita al costato della Sindone ingrandita ricorda il guerriero centrale urlante della Battaglia di Anghiari di Leonardo. E il volto di profilo presente nell’immagine delle ferite ai piedi, sarebbe il ritratto dell’autore, come si usava nei quadri rinascimentali, ove l’artista si inseriva nelle opere che realizzava. Come nell’Adorazione dei Magi dove Leonardo si ritrasse sulla destra mentre si allontanava da Firenze per andare a Milano. Le mani apparentemente di lunghezza diversa dell’uomo sindonico, ricordano quelle anormalmente lunghe delle Dama con l’ermellino di Leonardo. In entrambi i casi il volto sindonico sarebbe veritiero riguardo Gesù di Nazaret. Cfr. Ebook. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

  • Bellissimi splendidi

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