Il racconto dei racconti. L’umanità macabra e grottesca nel nuovo film di Garrone.
Matteo Garrone torna in concorso al Festival di Cannes con Il Racconto dei Racconti. Dopo tre anni il regista di Primo Amore torna sulla croisette dove nel 2012 aveva concorso con Reality, vincendo il Grand Prix Speciale della Giuria.
Il Racconto dei Racconti è il primo film in inglese del regista e il primo con un cast all star: Salma Hayek nel ruolo della regina di Longtrellis, Vincent Cassel in quello del re libertino di Strongcliff e Toby Jones, re di Highhills.
Salma Hayek è una regina che non riesce a concepire un erede e per riuscire a realizzare il suo desiderio sarà disposta a sacrificare tutto.
Vincent Cassel è invece un re dedito al libertinaggio che un giorno si innamora della voce di quella che crede essere una splendida fanciulla, invece…
Toby Jones infine è un re che indice un torneo per dare in sposa la propria figlia, sicuro che nessuno potrò vincere la sfida da lui lanciata.
Matteo Garrone fa una deviazione nel mondo delle favole muovendo le fila da Lo Cunto dei Cunti, una raccolta di cinquanta fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile e pubblicata postuma tra il 1632 e 1636.
Benedetto Croce ha tradotta in italiano Il Cunto dei Conti e nella premessa l’ha definito come «il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari…». Tra le fiabe della raccolta si trova ad esempio anche quella che poi venne usata da Charles Perrault come modello per la propria Cenerentola.Nonostante questa immersione nel mondo fantasy e horror Garrone continua la sua indagine dell’umano. Se inizialmente la scelta di un racconto di fantasia poteva destare qualche perplessità il regista di Gomorra e Primo Amore non tradisce la sua natura, protagonista del film non sono fate e principi senza macchia ma orchi dispotici, vecchie befane avide, madri possessive e spietate. Ritratti di famiglie disfunzionali direttamente dal Barocco napoletano.
Nonostante la cornice fiabesca, i costumi di broccato e le scenografie mozzafiato quello che emerge è la bassezza della natura umana, dominano le passioni e le leggi del desiderio che tutto annientano, legami di sangue compresi.
Il macabro e l’orrorifico -spesso associati all’aspetto fantastico delle favole- qui, come negli intenti dell’ispirazione di matrice letteraria, emergono dall’uomo, insicuro, intrigante ed egoista. Anche in un mondo in cui la magia e il fantastico sono all’ordine del giorno a tirare i fili del destino è l’umanità grottesca, comica e macabra, degli uomini.
Garrone cavalca a modo suo, in maniera apprezzabile quindi, il revival favolistico degli ultimi anni: dal piccolo al grande schermo abbondano gli esempi, partendo da Once Upon a Time per arrivare a Into The Wooods – adattamento dell’omonimo musical del 1987- passando per Frozen.
La ricchezza di immagini trova ispirazione dai Capricci di Goya, dai boschi fatati dei Preraffaelliti, muovendosi tra le gole dell’Alcantara e il Bosco del Sasseto. Il fasto e il desertico si alternano in un continuo chiasmo visivo.Il Racconto dei Racconti vuole illustrare l’umano attraverso le fiabe… Nel 2015: c’è come quel sentore di essere leggermente fuori tempo massimo, Into The Woods è del 1987 e l’intento era il medesimo. Raperonzolo che si suicida dopo aver scoperto che il principe la tradisce con Biancaneve, il principe di Cenerentola invece la cornifica con la Bella Addormentata e con la moglie del fornaio, Cappuccetto Rosso rimane orfana in seguito alla strage perpetrata dall’orchessa vedova dell’orco assassinato da Jack (il ragazzino del fagiolo magico), la Strega svanisce nel nulla soffocata dallo sconforto e dalla delusione sul genere umano, sciocco e corrotto (la Strega!). Insomma, cose brutte già ne succedevano, anche cantandoci sopra.
Al di là dell’idea -attuale ma non moderna- l’impressione che si ha su Il Racconto dei Racconti è che, al contrario di Primo Amore o Gomorra, non ce ne ricorderemo a lungo, una sfarzosissima opera minore.