Le Regole del Caos, in uscita il 4 giugno il nuovo film di Alan Rickman, con Kate Winslet e Matthias Schoenaerts alla corte di Luigi XIV.Le Regole del Caos (A Little Chaos), commedia romantica ambientata nel XVII secolo, è la seconda regia di Rickman dopo L’ospite d’inverno.
Francia, 1682. Sabine De Barra -interpretata da una sempre meravigliosa Kate Winslet– lavora come paesaggista nei giardini e nelle campagne francesi, un giorno riceve una lettera: Sabine è in lizza per l’assegnazione di un incarico alla corte di Luigi XIV (Alan Rickman).
In quell’anno, proprio proprio per volere di Luigi XIV, Versailles diventa residenza reale e tutta la corte è pronta a fare armi e bagagli per trasferirsi, ma prima -per rendere la residenza degna di un re- devono essere terminati i lavori di restauro. Le Vau rivestì tre lati dell’edificio originario (un padiglione da caccia) con nuove costruzioni, elevando un’ampia facciata sul lato del parco, la cui sistemazione fu affidata ad André Le Nôtre che ne fece il capolavoro.
È proprio Le Nôtre -nel film- a convocare Sabine De Barra a suo fianco per assisterlo nella sua missione, quella di ricreare un paradiso in terra per il re di Francia.
Sabine, nel periodo concessole per progettare e realizzare la sala da ballo all’aperto di Rockwork Grove, ha modo di sperimentare e conoscere da vicino le piccole e grandi rivalità di corte e di addentrarsi nella fitta rete di regole ed etichette.Una piccola grande sfida alle differenze di genere e di classe che fa riemergere i ricordi di una tragedia passata.
Tra André e Sabine, merito un mix di creatività e comprensione, ovviamente sboccia del tenero.
Alan Rickman commenta: «Se guardiamo i dipinti, gli schizzi o le illustrazioni dell’epoca, ci accorgiamo che mancano i fiori. Era tutto molto architettonico, progettato su larga scala: ampi scorci, laghi, fontane e grandi strade».
Le Regole del Caos mostra come i giardini di Versailles fossero diventati una vera e propria ossessione per il Re. Rickman racconta: «Luigi XIV aveva il potere di spostare tutta la corte al Louvre, o far costruire un palazzo a Versailles. Così volle i più grandi giardini mai costruiti in tutto il mondo – e li volle su un terreno paludoso».
E proprio i un terreno un po’ paludoso sembra perdersi il film. Le Regole del Caos è una piccola occasione sprecata, un cast di tutto rispetto per una storia che parte bene per poi perdersi in qualche banalità e inutili drammi, appoggiati sopra ai personaggi nel goffo tentativo di dar loro uno spessore. Il lato frivolo, per così dire, era sufficientemente curioso da non necessitare altre divagazioni.
Matthias Schoenaerts, inoltre, nonostante il volto sornione (perfetto per il grande schermo), non regge troppo bene il peso di un talento come quello di Kate Winslet, che troppo lo mette in ombra, sottolineandone la scarsa espressività.
Il cinema dei giardini ha illustri predecessori-tra corti reali, bonifiche, progetti ambiziosi e drammi segreti in punta di piedi- da I misteri del giardino di Compton House -uno dei capolavori di Peter Greenaway– a Il bacio del serpente -piccolo grande scult con Ewan McGregor e Greta Scacchi dal titolo da Romanzo Harmony- fino a Ridicule di Patrice Leconte, tutto incentrato su un progetto di bonifica e l’etichetta di corte. Le Regole del Caos si aggiunge a questa lista da cineforum come capitolo a tratti piacevole, ma non del tutto riuscito.